SIPARIO >
Molti dei
migranti approdati in Europa devono la vita all’intervento e al soccorso delle
Ong. Hanno per mesi sopperito alla inerzia/assenza delle Istituzioni internazionali
rispetto ad una vasta fascia marina prospiciente la costa nordafricana.
Ora
però lo scenario di fondo è cambiato.
La Marina Libica intende far valere diritti
di sovranità su una propria, speculare zona Sar.
Il nefasto business dei
trafficanti di esseri umani sta incontrando seri ostacoli di agibilità via mare,
con tanto di drastica contrazione.
L’immane massa dei migranti sta ripiegando
nell’entroterra verso l’Africa sub sahariana.
Per contro.
Quello che non cambia
è l’assoluto silenzio in tema di “risvolti” di tipo economico inerenti l’attività
svolta dalle Ong.
Salvare vite umane “sempre e comunque” è un nobile proposito,
di alto valore umanitario.
RESTA però il fatto che, man mano che cala il numero
dei migranti da traghettare, il costo per singola unità di siffatte operazioni è
destinato a crescere in misura spropositata (e perfino insostenibile).
Un conto
è “rivendicare” una piena autonomia operativa al fine di spuntare “accettabili”
margini di manovra. Tutt’altra cosa è dispiegare una flottiglia di natanti (con
equipaggio) per portare in salvo qualche unità di migranti.
Ecco che, per spezzare
questo cerchio ormai troppo stretto, si dà voce anche al dramma dei molti “bambini
e adolescenti” che così non arriveranno vivi alla meta agognata. Come se di
simili tragedie non avessimo purtroppo notizia, ogni giorno, da diverse parti
del mondo.
Ergo.
Questa è una brutta storia tutta ancora da scrivere. Ma non sta
scritto che il “protagonista” di molte scene debba essere l’ultimo a uscire quando
cala il sipario.
Proclami emotivi e slogan accattivanti simulano certe “blandizie”
tipiche di un Dossier Arroganza …