La scena politica attuale si presenta tripartita: PD, M5S e un’area
di destra divisa tra NCD, ALA (Verdini), FI, FdI, Lega. La sinistra
radicale al momento non è pervenuta. Questo ventaglio di proposte
politiche lascia insoddisfatta un’area ampia che va dalla
sinistra-sinistra ai fuorusciti-critici del M5S alla sinistra PD. A
questa si affianca un’altra parte di elettori critici che non si
riconosce né nelle tre aree maggioritarie né nelle frange minoritarie.
Tutta questa zona che definirei semplicemente di opposizione critica non
rappresentata è quella che viene definita in gergo una "prateria
elettorale" non raggiunta.
Se gli steccati restano quelli
attuali: con il M5S saldamente arroccato su posizioni di intransigente
indipendenza non dialogante con nessuno, ma ridimensionato per la sua
prevedibile "questione romana", l’unica possibilità reale di governo è
un asse PD+NCD+ALA (cioè l’asse renziano di ispirazione democristiana)
che spingerà la sinistra PD su posizioni insostenibili a lungo e FI
costretta a scegliere fra un appoggio più o meno aperto al governo o ad
appiattirsi su una destra di opposizione (verso la quale convergerà
anche Salvini prima o poi).
L’unica alternativa (reale) è che
venga riproposto un asse opposto (sinistra
PD+sinistra-sinistra+fuorusciti M5S) in grado di attrarre una certa
parte dell’elettorato astensionista e capace di dialogare con un M5S
(ammesso che questo diventi meno onanista). Che però, così facendo,
rischierebbe di perdere parte della sua
autonomia/originalità/credibilità diventando un partito più
"normalmente" trattativista. Altro non vedo.