TOCCASANA >
Più che
una modifica della Costituzione sembra in ballo un atteso ed insperato “rimedio”
agli intoppi e alle storture del vivere quotidiano. Ancora pochi giorni per
pregustare i mirabolanti effetti attribuiti al votare Si al referendum.
Quell’UNICA e irripetibile “occasione” per dare il via a una “nuova stagione” tutta votata all’insegna
del semplice, facile e veloce.
Saprà lanciare il futuro di un paese non più
“nelle mani” di una burocrazia che rende tutto tortuoso e complicato.
Ed
insieme verranno superati i problemi di ogni genere e grado. Quelli con il
Comune o con la Banca, quelli di lavoro o di casa, quelli con il vicino o con
l’idraulico, ecc. ecc..
Come resistere a un tale toccasana?
Quando votare No
significa invece lasciare tutto come adesso. Quando votare No significa
rinunciare a un mondo “migliore”. Peccato che votare Si è solo varcare la linea
di partenza di un lungo, lungo percorso a tappe, tutto da tracciare e
sostanziare.
MA intanto resta fin troppo facile elencare le molte cose che oggi
non vanno, specie a valle di anni di crisi. Così come usare limiti, difetti e rinunce
di una realtà ben nota e provata per “favoleggiare” sul fascino di una terra
promessa.
Qui la spinta a scegliere di: “cambiare”.
Il punto.
OGGETTO del
referendum è se modificare il dettato Costituzionale.
Per un sistema “democratico”
non sono un toccasana la governabilità e la stabilità frutto della “supremazia”
decisionale di una verticistica, oligarchica “cerchia” di accoliti.
Meglio
diffidare di chi mistifica anche il valore di Parola e Merito …