VERTICISMO >
L’IDEA
Renziana di partito è quella di una sorta di “proprietà” personale del leader
carismatico di turno. SOLO in questa accezione l’impianto strutturale della riforma
Costituzionale dettata da Renzi assume efficacia novativa.
Nello specifico.
Formalmente
non ci sono ulteriori poteri per il Premier. Gli sarà solo risparmiato di cercare
la fiducia del futuro Senato.
Per contro il Premier risulta esposto a tutti i
“mal di pancia” del partito di maggioranza, da cui verrebbe di fatto orientata,
se non “condizionata”, la sua azione di governo.
Con buona pace della prospettata
“semplicità e stabilità” del processo decisionale. Specie se (con l’ITALICUM)
il partito che ha vinto viene “premiato” con la maggioranza “blindata” dei
seggi della Camera.
Ciò detto.
TUTTO CAMBIA se il Premier designato è anche il leader
assoluto (quasi “proprietario”) della forza politica maggioritaria.
In tale
fattispecie neppure la “defezione” di un 7% di suoi Deputati basterebbe infatti
a stoppare le scelte operative del Premier.
Viceversa le sue paventate
dimissioni aprirebbero subito il capitolo del ritorno alle urne. E vista la normale
durata quinquennale dell’Assemblea detto Premier potrebbe trarre supporto anche
dal tanto “vituperato” attaccamento alla poltrona di buona parte dei
componenti.
TALE Premier carismatico godrebbe cioè di leve di potere non
scritte, ma di fatto sostanziali.
Da qui l’impronta verticistica (e/o autoritaria)
colta nel “combinato disposto” di una Riforma e di una Legge Elettorale frutto
della stessa mano.
Non solo. INDORARE la spinta al “cambiamento” è una modalità
tipica di un Dossier Arroganza …