• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di

su Chi si rivede: l'onesto ragioniere di Giannini


Vedi tutti i commenti di questo articolo

23 ottobre 2014 18:30

Gentile sig. Giannuli,

per commentare il suo lungo articolo, che ho trovato molto interessante, ci vorrebbero fiumi di parole. Sarò breve, sperando di non diventare vago o impreciso.

Punto 3 - "l’onestà non è condizione necessaria del genio politico". Certo che no, specialmente nelle monarchie, dittature e simili. Ma in Italia vige la democrazia, che ha regole precise, tra le quali l’onorabilità dei politici (e badi, non il genio). Non per niente i parlamentari hanno il titolo di "onorevole" e non di "illuminato".

Punto 4 - scelta fra onesto+imbecille o disonesto+capace. Come tutti pensiamo, non si può liquidare il discorso con due sole scelte. Però, usando la logica precisa che "disonesto" in questo discorso significa "disonesto politicamente", e non parlo di rubare la diaria ma, per esempio, di dire "Berlusconi game over" e poi promuoverlo ad attore costituzionale, direi: scremiamo prima i disonesti e, tra i rimanenti, scegliamo i più capaci. Il suo pensiero, Giannuli, è ondivago su questo punto. E’ vero, lei chiama l’onestà "condizione imprescindibile", ma poi troppo sovente si contraddice.

Punto 5 - "quando si cerca un medico si guarda prima la capacità e solo dopo la correttezza amministrativa". Le garantisco che ci sono intere nazioni che fanno l’esatto opposto, e queste nazioni sono infinatamente migliori dell’Italia. Anche perché fare il contrario di come dice lei non comporta necessariamente trovare solo medici onesti ma incapaci.

Punto 6 - Secondo me lei qui fa confusione nella seconda parte. Prendiamo, per esempio, la permanenza nell’euro. Secondo lei è una scelta politica che spetta al bravo politico. Secondo me il bravo politico, prima di essere eletto, dirà se secondo lui è meglio rimanere nell’euro o no; la gente lo voterà secondo il proprio gradimento; il bravo politico si adopererà per mantenere le promesse fatte. Si chiama democrazia (la radice "demo" è chiarissima). Il politico disonesto, prima di essere eletto, dirà quello che la gente vuole sentire; poi, una volta eletto, farà gl’interessi suoi. Non voglio essere estremo, lei ha fatto altri esempi su cui le do’ ragione, ma sempre in subordine al concetto espresso sopra.

Punto 8 - Machiavelli è stato un grande, ma parlava di principi e re che noi non abbiamo più; oltre a questo, la cultura del popolo non era paragonabile a quella odierna.

Punto 9 - "al politico si richiede di pensare in grande". Sono parzialmente d’accordo, ma solo se il "pensiero in grande" è esposto in campagna elettorale e approvato dagli elettori (e poi rispettato). Sono d’accordo che occorrono capacità per fare il politico, come per qualsiasi altra cosa.

Punto 10 - non so se stiamo tornando all’idea di Giannini (spero di no), ma sottolineo che quella non è democrazia, ma solo burocrazia.

Punto 11 - Si potrebbe pensare che un politico incapace ma onesto possa arrivare alla determinazione di farsi da parte, per sua stessa perspicacia o su stimolo esterno (elettorale oppure no)?

Punto 13 - "classe politica inesperta, ma l’alternativa era rovistare nel letamaio dei partiti". Tutto detto. Ma vorrei puntualizzare il fatto che l’"inespertudine" è un problema solo in questo momento storico, dove si combatte contro squali disonesti ma capaci di fare "politica" nell’accezione vigente ora in Italia: cioé gridare nei talk-show, raccontare balle, rigirare frittate, saper fare alleanze tattiche (in dispregio al mandato elettorale) eccetera. Il compito di un politico M5S non sarebbe sovrumano - dovrebbe soltanto rispettare il programma elettorale e le regole ferree del Movimento. Le pare difficile?

Gradirei un suo commento in calce, piuttosto che in un altro articolo.

Cordiali saluti,

Gottardo


Vedi la discussione






Palmares