Gentile Professore Perotti,
Il ministero degli Affari Esteri continua pedissequamente ad assumere personale a contratto presso rappresentanze diplomatiche schiaffeggiando di fatto la massa di connazionali in cerca di lavoro. Si tratta di assunzioni squisitamente di comodo che negli ultimi mesi hanno riguardato soprattutto gli Stati Uniti d’America dove lo stipendio è tra i 5000 ed i 7000 (dipende dalla qualifica se B2 o B3) euro al mese con contratto a tempo indeterminato. Praticamente un singolo straniero si trova a percepire 6 volte il salario medio di una famiglia italiana monoreddito. Proprio in questi giorni alcune testate hanno dedicato delle righe agli stipendi dei Prefetti (tra i 3.000 ed i 5.000 Euro) e degli agenti di Pubblica Sicurezza che devono sopravvivere con 1.300 Euro.
Questi concorsi le cui prove rasentano il ridicolo non raccolgono che poche decine di candidature in modo da favorire il prescelto di solito segnalato da personale già assunto.
Le ultime assunzioni riguardano i Consolati di Filadelfia, Los Angeles, San Francisco, New York e vari istituti di Cultura con una spesa che va ben oltre il milione di euro l’anno, senza contare i benefici amministrativi e sanitari di cui godranno questi stranieri. Spesso infatti, a proposito di quest’ultimo punto, i "vincitori" del concorso non possiedono neanche la cittadinanza italiana che generosamente stiamo donando a chi ne faccia richiesta. Questi personaggi non hanno alcuna professionalità, attaccamento al dovere o fedeltà alla Repubblica, rimangono tutta la vita sempre nello stesso posto senza andare incontro ai disagi in cui incorrono i diplomatici: scuole ed affitto e spostamento dei figli da un parte all’altra del mondo.
Auspico un suo autorevole intervento atto a chiedere alla dirigenza del Ministero degli Affari Esteri (ottenendo il dettaglio e non una offensiva media mondiale) spiegazioni sul livello salariale soprattutto negli Stati Uniti, Svizzera e Brasile (grandi serbatoi elettorali), sulla opportunità di continuare ad assumere personale locale ed infine se sia il caso in onore alla "spending review" di rinegoziare al ribasso gli stipendi in questi Paesi, fin troppo pagati, che non trovano riscontro nè in quanto altri Paesi dell’Unione Europea pagano, nè in quanto uffici locali statali pagano a dipendenti di uguale livello. Non focalizziamo l’attenzione solo sugli Ambasciatori, ci sono questi fortunati di cui nessuno sa e questo sconcio andrebbe reso pubblico.
Grazie e buon lavoro