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Commento di Persio Flacco

su Siria, Iran, Stati Uniti: prospettive di disgelo


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Persio Flacco 5 ottobre 2013 16:30

<< sono almeno quarant’anni che in Israele si dibatte sui temi che lei cita. [...] Ed è un dibattito fra sionisti..>>

Si, ma mentre qualcuno dibatte avvengono delle cose, cose che avvengono *a prescindere* dal dibattito.
Lei suggerisce di seguire "il dibattito" e di tralasciare i fatti. Non sono di questo parere: per me i fatti contano più delle parole, dunque declino l’invito.

Anzi, sa cosa le dico? Le voglio sottoporre un fatto che evidentemente lei, preso dal dibattito, non ha rilevato.
Ma prima riassumo brevemente le opzioni sul tappeto, con l’avvertenza che non stiamo parlando di pinzillacchere ma del futuro di Israele, dei rapporti futuri tra occidente e mondo arabo e/o islamico, tra occidente e Israele e tra questo e mondo arabo e/o islamico:

1. soluzione a due Stati. Accordo di pace tra Israele e arabi palestinesi sulla base della costituzione di uno Stato palestinese indipendente e sovrano. A parole tutti, salvo frange marginali, sostengono questa soluzione, che peraltro è quella ritenuta più conforme al diritto internazionale e alle varie risoluzioni ONU.
Questa soluzione comporta anche la distensione dei rapporti tra Israele e popoli arabi e/o islamici e, di conseguenza, tra questi e occidente. Se gli arabi palestinesi comunicassero Urbi et Orbi di essere soddisfatti del loro nuovo Stato sovrano che motivo avrebbero gli altri arabo islamici di non esserlo? Sulla base di cosa, se non dell’integralismo alla Al Qaeda, altri arabi / islamici potrebbero contraddirli?

2. soluzione a Stato unico binazionale. Annessione unilaterale da parte di Israele dei Territori Occupati e concessione della piena cittadinanza a tutti gli abitanti. Soluzione non molto popolare in Israele e nemmeno tra i palestinesi.

3. pulizia etnica dei Territori Occupati e annessione da parte di Israele del territorio liberato. L’espulsione degli arabi palestinesi può avvenire in vari modi: più o meno cruenti, più o meno lunghi.

4. soluzione sudafricana o di apartheid. I Territori Occupati rimangono indefinitamente sotto occupazione e ai palestinesi viene negata sia la sovranità sia la cittadinanza. Questa soluzione, se accompagnata dalla continua espansione coloniale ebraica nei Territori Occupati, ricade nel caso n.3: pulizia etnica poco cruenta con graduale sostituzione della popolazione araba da parte di coloni ebrei. Comporta tempi lunghi, ma si fa.

Ora, sarà d’accordo con me, la soluzione n.1 presuppone che rimanga libero e disponibile un territorio sul quale fondare uno Stato palestinese. In sintesi: niente terra quindi niente Stato palestinese e niente soluzione n.1. Tolta dal tappeto la soluzione n.2, che nessuno vuole: alcuni meno di altri, rimane la soluzione n.3, che in presenza di incremento di occupazione comprende la n.4. Ovvio, no?

La inevitabile conclusione è che l’incremento della colonizzazione della WB comporta il rifiuto della soluzione a due Stati (n.1) e implica l’annessione previa espulsione della popolazione araba (n.3 e n.4).

Ora, se le riesce, indossi i panni dello scienziato ed esamini questi dati:

Anno Coloni Incr. PM (anni) Partito
-------------------------------------------------------------------------------
1982 21.700 0 M. Begin (1977-1983) Likud
1983 23.800 +2.100 M. Begin (1977-1983) Likud
1984 32.600 +8.800 Y. Shamir (1983-1984) Likud
1985 46.100 +13.500 S. Peres (1984-1986) Labour
1986 53.400 +7.300 S. Peres (1984-1986) Labour
1987 60.300 +6.900 Y. Shamir (1986-1992) Likud
1988 66.300 +6.000 Y. Shamir (1986-1992) Likud
1989 72.800 +6.500 Y. Shamir (1986-1992) Likud
1990 81.600 +8.800 Y. Shamir (1986-1992) Likud
1991 93.600 +12.000 Y. Shamir (1986-1992) Likud
1992 103.600 +10.000 Y. Shamir (1986-1992) Labour
1993 114.900 +11.300 Y. Rabin (1992-1995) Labour
1994 126.800 +11.900 Y. Rabin (1992-1995) Labour
1995 132.300 +5.500 S. Peres (1995-1996) Labour
1996 150.200 +17.900 S. Peres (1995-1996) Likud
1997 156.100 +5.900 B. Netanyahu (1996-1999) Likud
1998 176.500 +20.400 B. Netanyahu (1996-1999) Likud
1999 188.100 +11.600 B. Netanyahu (1996-1999) Labour
2000 203.000 +14.900 E. Barak (1999-2001) Labour
2001 213.700 +10.700 A. Sharon (2001-2005) Likud
2002 226.000 +12.300 A. Sharon (2001-2005) Likud
2003 231.443 +5.443 A. Sharon (2001-2005) Likud

(nel 1966 i coloni erano n.0; nel 1972 erano n.1.182; nel 1980 17.400 ecc.)

Pur essendo incompleti questi dati rappresentano un processo reale: nella WB, ogni anno e per 20 anni consecutivi, vi è stato un costante incremento del numero di coloni *a prescindere* da quali forze politiche hanno guidato il governo di Israele. Questo significa una sola cosa: qualcuno o qualcosa alcune decine di anni orsono decise che Israele debba trovarsi nella condizione o di scomparire in uno Stato binazionale (una scelta impossibile) o di annettersi i Territori Occupati previa pulizia etnica degli stessi. E dopo 46 anni: tanti ne sono passati dall’inizio dell’occupazione israeliana del ’67, bisogna riconoscere che le cose sono a buon punto: quel qualcuno o qualcosa ha ormai reso impossibile la soluzione a due Stati, tanta poca terra è rimasta libera. Se avesse seguito meno i dibattiti e più i fatti se ne sarebbe accorto anche lei.

Mi dica: secondo lei come è stato possibile che carovane di aspiranti coloni abbiano attraversato all’insaputa di tutti (?) la linea di confine più sorvegliata al mondo portandosi al seguito famiglie, vettovaglie, mobilio, materiali edili e, immagino, pure qualche betoniera e qualche ruspa? Ovviamente con l’esercito al seguito: mica si può lasciare i coloni alla mercé delle ire dei palestinesi, no? L’avverto che ho sentito le giustificazioni più buffe e fantasiose al proposito: è difficile che lei possa superarle.

E cosa ha fatto la lobby sionista di fronte alle proteste degli arabi, dell’ONU, dei paesi europei e di molti altri Paesi del mondo, degli stessi USA, di gran parte delle opinioni pubbliche mondiali, ha difeso Israele? No, perché è convinzione diffusa e accettata che la soluzione a due Stati sarebbe la più opportuna, sicura e vantaggiosa per Israele.
Ciò che ha difeso è un progetto: annessione dei Territori previa pulizia etnica degli arabi. Guarda caso si tratta di un progetto che trasuda nazionalismo messianico, perfettamente compatibile col sogno della realizzazione della Grande Israele Biblica.

E’ da notare che, ne sia consapevole o meno, chi contribuisce ad occultare questi fatti contribuisce a quel progetto.


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