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Commento di

su Grasso-Ingroia, due candidati eccellenti a confronto, due modi di concepire l'antimafia


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6 gennaio 2013 11:00

Scrive il magistrato Nino Di Matteo, in "Assedio alla toga", Aliberto editore 2011,

 "Il nodo tra mafia e politica, più che mai in questo particolare momento storico, è il cuore del problema", pag.95

 "... ci si deve rendere conto che per sconfiggere definitivamente la mafia è assolutamente necessario recidere i suoi rapporti con la politica", pag.65

 "...penso al riciclaggio, alle fittizie intestazioni di beni, ma anche all’abuso d’ufficio, alla turbativa d’asta e in generale a tutte quelle condotte delittuose che richiedono la partecipazione del pubblico amministratore, del pubblico ufficiale infedele. Questi reati costituiscono oggi le chiavi di accesso, il grimaldello attraverso cui Cosa Nostra, e le mafie in generale, si infiltrano nella politica, nella pubblica amministrazione, nelle istituzioni." pag.100

Perché non si riesce a condurre una lotta alle mafie su questo terreno?

 "Possediamo armi sostanzialmente spuntate in materia di reati contro la pubblica amministrazione, ...", pag.101

L’orrendo pastrocchio denominato legge anticorruzione votato dal parlamento uscente è la dimostrazione della pervicace volontà del ceto politico italiano di sottrarsi al controllo di legalità e in questo modo di impedire una lotta risolutiva contro le mafie.

 Ci si aspetterebbe che tra i nuovi movimenti politici ci sia maggiore sensibilità in proposito, invece è il contrario e chi più di tutto brilla per assenza è il Movimento 5stelle.

 Mi spiace profondamente che Ingroia - l’unico politico portatore di una linea "Di Matteo" di lotta alle mafie - stia tentando di allearsi con Grillo, un movimento orrido di destra autoritaria e populista. Non avrà mai il mio voto!

 


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