Purtroppo la gestione militare NATO in vece dell’UE è un problema ormai antico (rilancio a Kupchan con Massari - Russia: democrazia europea o potenza globale?). Il fatto che la Turchia sia ormai in gioco nell’integrazione europea è in effetti un elemento che non avevo considerato, e giova farlo. E’ il caso anche di dire che Erdogan, ponendosi a metà tra neo-ottomanismo e riverenza nei confronti dell’occidente è una posizione poco affidabile, per non parlare dell’etica, che nelle relazioni internazionali è andata definitivamente a farsi benedire. Concordo infine che il baricentro si sta spostando, ma solo in parte. Intendo dire che la destabilizzazione lo sta facendo, o meglio ha ora trovato un forte fattore unificante nella primavera araba, perché il fattore petrolifero (giacimenti petroliferi, passaggio di gasdotti, controllo del canale di suez e quello del bosforo, armamenti) già c’è da molto. Il problema è che -secondo me- le rivoluzioni non esistono, esiste chi il potere lo detiene, e chi lo desidera. Solo che chi lo desidera solitamente ha bisogno di amici potenti. Il punto ora è: chi sono questi amici pronti a destabilizzare il centro economico e assieme l’area più pericolosa e armata del pianeta?