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Commento di

su Giornalismo: i pubblicisti devono "morire" (ma nessuno tocca i "professionisti")


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31 dicembre 2011 13:18

Buongiorno. Incollo qui un commento giá lasciato altrove, nella speranza di avere risposte migliori.

Sono stato iscritto all’Albo dei pubblicisti il 21 novembre 2011, dopo due anni in cui ho scritto una quarantina di articoli, retribuiti (una miseria) nel rispetto delle regole. Avrei delle considerazioni da fare, e delle domande che necessitano di una risposta:

1) Si sa che l’Ordine dei giornalisti é una mera lobby: esservi iscritti un mero palliativo, che a nulla conduce se non a sborsare tasse tanto utili quanto modeste. Non esiste da nessuna parte del mondo: perché non abolire entrambi gli ordini? E io che sono iscritto da novembre, ho commesso un errore madornale?, era meglio se rimanevo non iscritto?, é preferibile che non versi l’iscrizione 2012 cosí da tornare a essere mero freelance?

2) A seguito del punto 2: finiamola con la storia della formazione professionale. Giornalista é colui che sa scrivere. Dote innata. Non si impara, al massimo si affina. I giornali sarebbero indotti a una ricerca qualitativa, non piú basata sull’iscrizione o meno all’Albo.

3) Cosa dovremo fare noi iscritti? Mi pare ingiusto equiparare le sorti dei pubblicisti giá consumati a quelle dei pubblicisti appena iscritti; sia chiaro, per entrambe le parti: l’esperto (che scrive e paga tasse da anni) non puó essere trattato come un novello tesserato, ma d’altra parte i neo-tesserati come me non possono essere puniti per colpe che non hanno.

4) Tra le (rare) doti inficiate dall’iscrizione all’Albo dei pubblicisti, c’é la possibilitá di dirigere una propria testata: d’ora in poi non si potrá fare neanche quello?, bisognerá necessariamente chinare la testa, a elemosinare qualche editoruncolo intriso di secondi fini e bassezze?

5) Tutti i grandi giornalisti pubblicisti (spesso i piú bravi) dovrebbero fare l’esame per dimostrare di essere all’altezza della loro professione? E che ne sarebbe, del giornalismo italiano, se gli editori non avessero piú la possibilitá di schiavizzare le migliaia di pubblicisti sul cui operato umiliante e sottopagato esso stesso si basa?

6) Ho appena pagato 300 euro tra bolli e iscrizione all’Ordine. Ne pagheró altri per l’iscrizione alla Previdenza, e altri 360 se dichiareró un reddito superiore agli 0,00 euro. Questo é inaccettabile, e mi sorprende non sia perseguibile dalle nostre leggi. Io li avrei pagati a vuoto, quindi?

7) Ultima cosa: non credete, a questo punto, che la cosa migliore sarebbe che nessun pubblicista facesse l’esame di Stato per divenire professionista? Cosí facendo non avrebbero battaglia vinta. Ricordiamoci che NON E’ NECESSARIO ESSERE ISCRITTI AD ALCUN ALBO, per scrivere su di un giornale. Se Travaglio volesse pubblicare miei pezzi sul Fatto, potrebbe farlo, e io verrei anche retribuito come Freelance. Freelance NON E’ essere giornalisti pubblicisti. A questo punto, preferisco essere solo freelance e non pagare piú nulla. O no? Aiutatemi a capire. Grazie


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