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Commento di

su Stefano Cucchi e gli altri "morti di Stato"


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21 novembre 2011 00:32

Chi semina vento, raccoglie Tempesta; perciò male non fare e paura non avere; quindi per esperienza di vita e da vecchio lettore di Cronaca Vera, avendo anche fatto apposito Testamento (per eccesso di zelo …) parlo tranquillo (e ciacch pur, ma nun mmerech …) col cuore e colla mente e ricordo che giustamente Masaniello affermava che il pesce puzza dalla testa e da allora poco è cambiato, perché quando qualche triste Sbirro (o assimilabile, nella circostanza) compie una Barbarie, difficilmente si riesce a fargliela pagare, perché di solito opera sotto il manto protettivo di qualche bravo Giudicione, che quando non lo ispira direttamente, quasi sempre lo copre ed anche perché le Vittime di Misfatti di Stato raramente hanno alle spalle una Famiglia battagliera che benché distrutta dal grande dolore per l’Assassinio dello sfortunato Stefano (Cucchi, punta emersa di un iceberg) riesce a trovare (ma serve pure la capacità di agire, la fortuna di trovare un Avvocato a posto, la possibilità economica ed anche la volontà di rischiare di immiserirsi senza soddisfazione alcuna, purtroppo) la ammirevole forza di reagire per fare in modo che si abbia Giustizia per il loro ragazzo, in nome dell’Oltraggiata Umanità.

 

Belin, meno male che il Senatorato a vita viene riconosciuto ad ogni morte di Papa e chissà come ci sarà restato male qualche eccellente gaglioffo, Usurpatore di altrui meriti e carriere che così ha perso un’altra buona medaglia per la propria collezione, a tale per lui ferale notizia; perchè da poco è stato insignito e a ragion veduta, con questa alta Onorificenza il nuovo Presidente del Consiglio e speriamo che almeno lui col nuovo Ministro della Giustizia, una Professoressa del Diritto di chiara fama, riescano a fare la Riforma della Giustizia, cosa che finora l’arrabbiata canea (rossa e affine) ha impedito al Cavaliere di portare a termine; forse e finalmente si riuscirà a buttare nella tazza del water la vile Giudiceria di parte e a tirare la catena, una volta per tutte.

 

Minchia, sento tanfo di Giudiciume, boia fauss; ma come è brutta la vecchiaia birba, Maremma maiala; perché le antiche voci dall’Oltretomba ogni tanto ritornano e non mi lasciano riposare tranquillo, bravi ragazzi; così mi ricordo di quando un uomo onesto, il Giudice Pott, cambiò mestiere per scrupolo di Coscienza e diventò un Pagliaccio del Circo; mentre il Re dei Pagliacci, il Miserabile Falsone, per sciocco spirito di emulazione e grazie anche al rabbioso Rodomonte, pm d’aula che sostituiva egregiamente un altro Scombinato della loro Banda, a due svergognande Ruffiane, più un’altra laida Leguleia a seguire e con qualche medagliato Caporale, della serie Gendarmi di Viù (coevi) diventò anche il Presidente della Corte dei Buffoni …

 

Taci, emerito IGNORANTE; così disse nella Pubblica Aula, l’Avvocato al Miserabile p.m. (nella tana dei Criminali Ratti della Fogna di Torino); l’Infame magistrato com’era abituato in quel luogo Immondo, con Superbia e Ludibrio, e specie coi poveri Cristi riottosi all’inchino, impunemente perseguitava TERRORIZZANDO e Defecando sul Libro della Legge; e forse fu anche per questa ennesima figura di MERDA, e alla complicità di ignobili lacchè Scribacchini che iniziò l’eccelsa e ricca carriera, l’empio Boss dei Cialtroni e Felloni Giudiziari; sempre pronto, in ossequio alla MAFIA dei “Galantuomini” e all’Omertà coi suoi Associati, a magnificare e premiare gli errori e le Infamie dei suoi degni Compari (ma non solo di fede politica) e a Calunniare, SEQUESTRARE e Macellare la gente per bene, Innocente e Incensurata, continuando così scelleratamente a spargere il sangue dell’Oltraggiato Popolo Italiano; Puah, alla faccia di questi abbietti e Disonorandi Vermi del turpe GIUDICIUME e dei loro Manutengoli.

 

Per adesione. — A. V. G. Associazione Vittime del Giudiciume — Letto e sottoscritto dal plebeo Zione, Compagno Fondatore e socio unico; senescente, acciaccato nel fisico, solo e senza amici, Proletario di bassa scolarità e di inesistente pecunia, facile da ferrettare e mettere ai topi (e da far scomparire, anche per sempre …), se soltanto si trovasse a passare, per Improvvisa Pazzia, in un qualsiasi Luogo Immondo tribunalizio o anche “Affine”, dove si intrallazza a scapito di Temi, e in assoluto silenzio esterno, si Calunnia e si Tortura e se a volte e mai per cattiveria, capita “e stutà a cocchrun, pe vvia e nu Sant’Antonio, è sul pe Sfurtun …”; invece, per grazia di Dio e grazie anche alla serietà e all’Onestà della stragrande maggioranza della gente che vigila pure sul Carognume, mi trovo a pugnare in buona compagnia, alla luce del giorno e senza maschera, su questa BARRICATA, dove svetta maestoso il sacro Albero della Libertà e dove si lotta per la Dignità e per l’Onore, ma soprattutto, per rendere al deriso, calpestato e ferocemente offeso Popolo Italiano, la sua Usurpata Giustizia.


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