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Commento di

su Kosovo: Vetevendosje, il movimento che vuole diventare partito


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25 dicembre 2010 10:24

Kurti è fondamentalmente un giovane intellettuale, preparato e piuttosto intelligente. Determinato, le sue idee probabilmente appaiono più chiare di come siano effettivamente. Infatti sconfina spesso sia nella demagogia che nell’ utopia. . A istanze concrete e del tutto condivisibili, come la necessità di uno sviluppo vero, anche dal punto di vista del contenimento delle tensioni interetniche, alterna per contrappasso sparate ideologiche frutto di percorsi mentali arditi e personali che lo portano a perdere adereza con la realtà, realtà che peraltro dimostra di conoscere,  in modo puntuale e anche approfondito. Abusa di una terminologia concettuale – demagogica che probabilmente lascia perplessi molti dei suoi potenziali elettori (universale, particolare, premoderno, postmoderno, solidarietà, tolleranza...)
 Inoltre si contraddice.  Dice che con la Serbia non si deve negoziare, ma paradossalmente si può negoziare.
Dice che vuole uno stato concretamente multietnico, ma poi ribadisce che ciò che conta realmente sono loro, gli albanesi.

Parla di Kosovo indipendente e sovrano, poi auspica la Grande Albania.

 Qui siamo al vagheggiamento e forse anche al vaneggiamento. Trattasi di un’ annessione, secondo lui? O di una confederazione? E con quale governo? Ma ha idea di quelli che sarebbero i costi e i tempi di una simile rifondazione, e le implicazioni in termini socio - economici e politico - diplomatici? Le nazioni non si appiccicano con lo scotch, anche quando sono affini....E i serbi, come la prenderebbero a pensare di far parte di questa immaginifica "panalbania"?

Il giovane Castro dei Balcani, tutto stato – universalismo – nazionalismo è vivace e ha senz’ altro a cuore i destini del suo popolo, il suo programma è buono, il manifesto politico tortuoso e ancora poco convincente. Se saprà smarcarsi dallo status di “ideologo – attivista” saprà contribuire alla crescita complessiva del suo paese in modo rilevante, altrimenti  non andrà oltre il ruolo, significativo ma sempre “a latere”,  di militante da piazza emancipato.
Katrina


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