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Commento di Elia Banelli

su La necessaria liberalizzazione dei servizi idrici


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Elia Banelli Elia Banelli 21 novembre 2009 14:11

Credo che prima di ogni considerazione bisogna partire da una semplice domanda: il sistema attuale va bene? La situazione del servizio idrico in Italia è efficiente e di qualità?
Sappiamo che nella maggioranza dei casi no, e potrebbe essere migliore.
Il mercato entrerà in azione nel momento in cui un gestore (pubblico o privato che sia) impone tariffe troppo alte o attua una gestione ineficciente, con perdite e sprechi.
Mentre per le società pubbliche è normale andare in perdita o incorrere in cattive gestioni (tanto pagano lo Stato ed i cittadini) per il privato, e l’imprenditore che investe, questo "privilegio" è meno concesso, perchè rischeirebbe di più da un fallimento delle sue operazioni.
Ci sarà comunque un Authority che vigilerà sulla corretta attuazione del decreto.
Se per esempio in un comune una società privata fa pagare 1 euro al metro cubo ed il servizio è inefficiente (mentre in un altro si pagano 80 centesimi ed il servizio è discreto) si possono prevedere nuovi bandi di gara e far entrare nel settore altre aziende (sulla base di requisiti di qualità). O per esempio se una società privata fallisce nel suo obiettivo, può essere sostituita da un ente pubblico o un comune giudicato "virtuoso".
Sono ovviamente esempi banali e semplici ma credo rendano l’idea. Liberalizzare in un mercato rigido come quello idrico significa in sostanza dare la possibilità di cambiare, di evitare casi estremi come l’acquedotto pugliese e tanti altri.
E’ una possibilità in più, considerato che l’attuale sistema non è dei migliori.


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