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Commento di Pietro Orsatti

su Dove la mafia non esiste, dicono


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Pietro Orsatti 2 dicembre 2008 10:43

Allora, andiamo per ordine.
Stiamo parlando di uno dei dieci più pericolosi latitanti di Italia, figlio del "ministro degli esteri" di Cosa nostra, candidato a essere se non il capo della commissione (se ci sarà ancora una commissione come l’abbiamo conosciuta in passato) sicuramente uno dei membri di quella struttura criminale più autorevoli, con un patrimonio immenso (sia in denaro che in titoli e proprietà), con forti legami con la massoneria deviata, mercante d’armi e di droga, probabile interlocutore di soggetti esterni come la mafia russa, kosovara, colombiana e nigeriana e anche gruppi "ibridi" collegati al terrorismo internazionale.
Ricordare tutto questo è "mitizzare" il personaggio?
Oppure bisogna fare finta che sia il solito mafiosetto ricotta e cicoria (mai sottovalutarli dall’aspetto e dai comportamenti... solo i media li definiscono "sembrava un anziano agricoltore" questi personaggi pericolosissimi)?
Ho riso perché altrimenti ci sarebbe sato da piangere...
Mesi fa mi occupai di Castellammare del Golfo. Non sia mai! Subito una pioggia di critiche non sul contenuto dell’articolo ma perché non mi ero occupato anche di altri posti, di altre vicende, e perchè danneggiavo l’immagine del ridente paese del trapanese.
Proseguo?
Meglio di no, va.


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