Se riuscissimo a sgombrare il campo da un pò di ciarpame ideologico acronistico e dall’idea del tutto errata che la Polizia é la "lunga mano" del potere (potere che, in Italia, per inciso, deriva da libere elezioni democratiche, che vedono da anni una puntuale alternanza) si riuscirebbe a vedere l’unico dato reale: il contratto delle Forze di Polizia (civili e militari) è scaduto dal dicembre 2007. Due anni di ritardo significa una perdita netta del potere d’acquisto per le famiglie, a causa dell’inflazione reale, che non é quella favoleggiata dall’ISTAT, che incide su una retribuzione già inadeguata ai rischi professionali corsi quotidianamente ed a una scelta che spesso pone mille problemi familiari e logistici (i poliziotti, per legge, non possono neanche chiedere di essere avvicinati ai luoghi di origine prima di aver prestato servizio per quattro anni in altre regioni, quattro anni che, spesso, si trasformano in dieci e più). Proporre un "aumento" di 40 Euro medi lordi a regime (25, quindi, alle qualifiche di base; poi gravati dal prelievo fiscale - AL QUALE I POLIZIOTTI NON POSSONO SFUGGIRE COME IL 40% DEGLI ITALIANI "ONESTI"; che raggiunge il "massimo" al terzo semestre del biennio di riferimento), significa umiliare non solo gli operatori delle Forze di Polizia, ma sconfessare una politica della sicurezza che resta solo virtuale. Infatti, ogni Legge in materia "reale" quando applicata sul territorio dalle donne e gli uomini in uniforme, ai quali, tanto il precedente governo Prodi quanto questo Berlusconi, hanno tagliando fondi in misura indiscriminata. Il sindacato di Polizia del quale sono dirigente, la Consap, il 24 settembre manifesterà per protesta davanti al Viminale. Il nostro invito ai "partiti" é quello di non partecipare, per coerenza e perché non vogliamo essere strumentalizzati. A chi "odia" la Polizia diciamo che quel sentimento é davvero mal riposto. Gli errori di qualche singolo non possono negare il lavoro, oscuro, stressante, malpagato e svolto tra mille difficoltà, di oltre 100 mila operatori, ogni giorno, in ogni condizione climatica, 24 ore su 24, spesso confrontandosi con soggetti così pericolosi che farebbero paura a chiunque, ma che noi abbiamo il dovere di affrontare per evitare che arrivino ai cittadini, anche a quelli che ci odiano. Siamo un mondo "sconosciuto", che vive dietro un muro che nessuno, però, vuole aiutarci ad abbattere, perché a molti fà "gioco" individuare in noi un nemico da odiare per alimentare divisioni e ideologie stantie. Sono Pietro Taccogna, poliziotto da trent’anni e sindacalista Consap.