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Salviamo l’ambiente e i nostri mari

Il Pacifico a rischio tra carburanti e fertilizzanti. Ma l’Australia ci regala nuovi delfini. 

 Sempre di più l’ambiente marino viene messo a rischio dall’uomo che utilizza nitrati che vengono rilasciati da l’utilizzo di carburanti e dosi massicce di fertilizzanti. A farne le spese sono i nostri mari ed gli Oceani, specie il Pacifico che risulta essere il più inquinato da tutto ciò. Le maggiori coste minacciate sono quelle del Giappone, a seguire Cina e Corea.

Uno studio condotto da ricercatori Usa e del Sudcoreani, che è stato pubblicat e reso noto sulla rivista Scienze. Con la collaborazione dell’Università di scienza e tecnologia sita a Pohang, Corea del Sud, gli studiosi hanno fatto rilevamenti a diverse profondità, ed in diversi punti del mare che lambiscono il Giappone, Cina e Corea. Arrivando alla conclusione che in 25 anni, quanti ne sono trascorsi, i nitrati si sono quadruplicati, superando di gran lunga la percentuale di quelli rilevati per esempio nel Golfo del Messico.

Si rischia così di creare una zona “senza vita” nell’oceano, un’anticamera della morte dove c’è quasi assenza di ossigeno e di conseguenza i pesci non possono più sopravvivere venendo meno il loro habitat naturale. La causa di tutto questo deriva come già accennato dai nitrati, prodotti dalla grande quantità di azoto che viene attualmente utilizzata per produrre fertilizzanti, ma anche dall’emissione dannose che vengono emesse dai veicoli che circolano sul nostro Pianeta.

Il peso maggiore negli ultimi anni è da attribuire principalmente alla Cina, che negli ultimi decenni ha aumentato in modo considerevole il consumo sia degli uni che degli altri. I nitrati sono infatti letali per la vita marina, poiché favoriscono in modo indiscriminato il crescere a dismisura di grosse alghe “infestanti”, che a lungo andare finiscono inevitabilmente per uccidere tutti i pesci e le specie marine, creandogli un ambiente troppo ostico per continuare a sopravvivere e riprodursi.

Ma parlando invece di scienza marina e tecnologia, si ha in questi giorni una notizia positiva da parte dell’Australia e del suo Oceano. Infatti a Melbourne , una scienziata australiana ha scoperto due nuove colonie di delfini che vivono nelle vicinanze. Fanno parte di una specie finora sconosciuta che è stata denominata “Tursiops Australis” o “Barrunan”, nome aborigeno per focena. La dottoressa pensava che i circa 150 cetacei appartenessero ad una delle due specie conosciute di delfino dal lungo rostro.

Ma la conclusione è stata diversa in quanto la ricercatrice, Kate Charlton-Robb dell’Università di Mohash, ha comparato il cranio ed alcune caratteristiche fisiche con le specie precedenti, arrivando alla conclusione che i campioni sono differenti dalle altre specie che risalgono agli inizi del Novecento. Questa si che risulta essere una scoperta bella e affascinante con un risvolto positivo per la fauna marina in senso lato, in quanto dalla fine del XVIIII secolo si sono scoperte e riconosciute soltanto tre nuove specie di delfini. La cosa più coinvolgente è che da tempo era visibile sotto gli occhi dei ricercatori questa nuova specie, circa due colone nella baia di Port Philip e nei Gippsland Lakes nello stato di Vittoria, senza essere riconosciute, e per loro “fortuna “ al riparo da cacciatori e malintenzionati.

 

 

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