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Regionali Campania: indagati bipartisan. Pronti a tapparvi il naso?

A’ carn a sott’, e maccarun’ a copp’

Regionali Campania: indagati bipartisan. Pronti a tapparvi il naso?

La carne sotto e i maccheroni sopra.
 
Sarà l’ironia della sorte o l’epilogo di un infausto destino, fatto sta che ora in Campania si presenta una situazione surreale.
 
Il PDL candidando Caldoro è fiero di non aver presentato un candidato indagato, ed impone l’altolà ai consiglieri regionali coinvolti in vicende giudiziarie (Cosentino non si è più candidato, ma nonostante l’accusa di collusione con la camorra continua ad essere sottosegretario all’Economia).

Il PD candida il Sindaco di Salerno De Luca, e Bersani giustifica l’aver presentato un candidato indagato dicendo che si tratta di un candidato indagato per aver difeso operai.
 
Il PDL degli indagati Dell’Utri, Fitto, Matteoli (solo per citarne tre estratti a caso) fa decisamente ridere con il suo vocione di partito pulito.
 
Il PD degli indagati dimissionari Del Turco e del Bono, in preda ad un’evidente scarsità di risorse umane in Campania, non può fare altro che giustificare le vicende giudiziarie di De Luca, candidato nella Regione dell’attuale Governatore Bassolino, che non si è mai dimesso e resta indagato per frode, truffa ed altri reati vari.

Insomma l’invito è il solito, il più classico: il 28 ed il 29 marzo tappatevi il naso.
 
In Campania mi sembra sempre di assistere alla fiera del paranormale. Qui sono ancora in dubbio "le cose normali", ci si chiede ancora se sia giusto o no candidare politici indagati: domande che dovrebbero avere risposte così scontate, diventano sistematicamente ordinarie.
 
Ma quanto potrebbe incidere un’idea di politica pulita per cambiare le cose in Campania? Basterebbe un candidato non indagato per simulare discontinuità col passato?
 
Me lo domando tutti i giorni. E’ talmente tanta (troppa) la merda bipartisan, che come si dice a Roma "er più pulito c’ha la rogna". Non ci resta che votare ed aspettare che il cognato dello zio del nonno del nostro amico che abbiamo votato, un giorno non si dimentichi di noi.
 
E non venite a dirmi che si tratta del solito discorso qualunquista: il qualunquismo è d’obbligo, in un Paese con due milioni di disoccupati ed un’immobilità sociale che farebbe ribrezzo anche ai mostri di Avatar.
 

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