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Piscia la notizia. Ovvero: pane, bugie e disinformazione

Il libro "Pane e bugie" del ricercatore Dario Bressanini è un buffet ricco di informazioni dettagliate che racconta la superficialità del giornalismo (tradizionale e radicale), quando affronta temi delicati e "prelibati" come il cibo e la corretta alimentazione (www.chiarelettere.it, 2010).

Piscia la notizia. Ovvero: pane, bugie e disinformazione

Dunque Bressanini prende in esame le leggende metropolitane, i pregiudizi e gli interessi commerciali legati a diversi prodotti alimentari: banane, pompelmi, spaghetti, caffè, latte, zucchero e il glutammato. Inoltre si fa una valutazione dei metodi per calcolare il costo reale e relativo della spesa a km zero. E finalmente si può leggere un libro che tratta le ricerche scientifiche sui prodotti agricoli OGM, con il buon senso e le dovute considerazioni caso per caso. Infatti “Non è l’essere transgenica che porta una pianta a essere benefica o dannosa… allo stesso modo, non è l’origine naturale di una sostanza a renderla innocua”. Esistono molti veleni di origine vegetale e piante tossiche o mortali già dall’alba dei tempi.

Nei libri a differenza della melassa informativa dei mass media è possibile “un confronto razionale sui pro e i contro delle agro biotecnologie, sulla valutazione dei rischio o sul rapporto costi-benefici” (p. 40). Ma purtroppo anche gli studi scientifici sono soggetti alle debolezze degli esseri umani e sono frequenti alcuni “errori sistematici”. Uno dei più diffusi è quello di tralasciare di pubblicare le ricerche che hanno dato un esito negativo, anche perché è più difficile farsi pubblicare questo tipo di risultati dalle varie riviste specializzate di interesse scientifico (p. 132). Come affermò Benjamin Disraeli “ci sono tre tipi di bugie: le bugie, le dannate bugie e le statistiche”.

Bisogna però puntualizzare che a differenza degli ibridi naturali, nel caso degli organismi geneticamente modificati c’è molta distanza tra le specie coinvolte nello scambio dei geni. Inoltre è possibile l’interferenza del nuovo gene con la regolazione di altri geni. I microRNA (le molecole che trasmettono le informazioni e creano relazioni) e l’epigenetica (l’ambiente esterno) hanno un ruolo più attivo nella regolazione dell’espressione dei geni, mentre il DNA ha un ruolo più grossolano e a volte svolge solo la semplice funzione di magazzino dove reperire le informazioni.

Del resto la natura, come la scienza, è sempre in evoluzione, e stabilire dei confini operativi è un’attività molto arbitraria. Comunque una legge della biologia e dell’ecologia afferma che certi effetti a distanza di tempo e di spazio possono essere imprevedibili. Ma dopotutto “non esiste nessun prodotto transgenico o meno, che sia sicuro al 100 per cento” (p. 24). L’unica cosa certa è questa: molti organismi vengono giornalisticamente modificati (Osservatorio di Pavia).

P. S. – Segnalo anche “La rivoluzione del filo di paglia”, un’opera molto originale di Fukuoka Masanobu, un autodidatta giapponese che si occupa di agricoltura naturale (da pochi giorni è uscito anche “La rivoluzione di Dio, della Natura e dell’Uomo”, LEF, Firenze).

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