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Pennacchi e Fli: oltre il fasciocomunismo, oltre il Berlusconismo

"Dobbiamo ricostruire un nuovo pensiero forte collettivo, uno spirito unitario, quello che univa pure Togliatti e Guareschi. Dobbiamo ricostruire l’unità del popolo, quella di Mao, dobbiamo ricostruire la libertà: ma di tutti, non solo quella di Berlusconi e della sua famiglia". Queste sono alcune parole che risuonavano ieri a pochi passi dal parlamento italiano.

Nella sala stampa di Montercitorio è stata infatti presentatala la lista Pennacchi per Latina – Fli. Il vincitore del premio Strega ha annunciato la candidatura a sindaco di Latina di Filippo Cosignani e della lista finiana che lo appoggia. La presenza della formazione finiana non può essere rubricata a notizia di politica locale. La seconda città del Lazio infatti fu fondata durante il fascismo con il nome di Littoria nel 1932, ha rappresentato l’icona ed il teatro ideale su cui ha preso corpo ed è cresciuta la destra italiana. Qui i sindaci prima dell’MSI poi di An sono sempre stati eletti con percentuali bulgare.

Tutto prima della fondazione del PDL dove anche a Latina il partito si è frantumato in mille rivoli. Ed adesso è la cartina di tornasole per sondare lo stato in cui versa l’elettorato di destra.

Da una parte gli ex di Forza Italia capeggiati dal senatore Fazzone dall’altra gli An scontenti di Vincenzo Zaccheo, sindaco uscente, in mezzo la neo formazione finiana che in cerca e forse in crisi di indentità tenta di andare oltre gli schemi ed i soliti giochi di potere, apparentandosi con Pennacchi che è iscritto al PD.

Una battaglia elettorale che si rivelerà interessante, anche da Latina si potrà capire se la sfida di Fini è stata accettata dall’elettore di destra, restio al cambiamento ma forse refrattaria alla deriva berlusconiana. Sarà una lotta tra due visioni del mondo da una parte I rappresentanti del partito azienda che hanno abdicato ad i loro valori per spartirsi il potere nazionale e locale dall’altro, una sfida “futurista” che cerca di ridisegnare i confini della solita politica. Si tenterà una volta per tutte di superare le ideologie del ‘900, dissolvendole nell’ossimoro fascio comunismo. L’obiettivo preciso è quello di relegare a incidente della storia anche l'altra ideologia che ha dominato gli anni dieci del 2000 italiano, il berlusconismo.

Il noto scrittore dell’agro pontino nella sala stampa della camera dei Deputati è stato un fiume in piena con accetto romanesco. Sotto gli occhi divertiti di Italo Bocchino e Fabio Granata artefici dell’operazione ha sparato a zero su tutti e tutto. Tra le tante cose ha detto: "Il progetto parte da Latina perché la situazione lì è para para a quella nazionale. Berlusconi non ci può vedere, non sopporta che fascisti e comunisti si mettano insieme. L'altro giorno, quando hanno sparato a quello di CasaPound, io ho subito pensato che si trattasse dei servizi. Il messaggio è chiaro: fasci e comunisti non devono parlare, ma devono solo litigare e spararsi. Così Berlusconi è libero di farsi i cazzi suoi...".

Per poi continuare "I traditori non siamo noi - chiarisce Pennacchi - il fascismo era rubare ai ricchi per dare ai poveri, oggi stare con Berlusconi vuol dire rubare ai poveri per dare ai ricchi. Il vero traditore è chi sta con Berlusconi: uno come lui i fascisti l'avrebbero preso a bastonate, l'avrebbero spedito al confino". E si lascia il tempo per un ultima chiosa: "Paragonare Berlusconi a Mussolini - dice ancora - è un'offesa a Mussolini. E' vero, anche il duce andava a mignotte, ma poi mica le faceve ministre o deputate...".

Lo scrittore ha poi recitato a memoria versi del quinto canto dell’Inferno di Dante per paragonare il governo Berlusconi alla lussuria di Semiramide. "I traditori del fascismo sono quelli che stanno con Claudio Fazzone e con Berlusconi", finisce chiamando in causa anche Gasparri: "nella divisione dell’asse ereditario a noi è toccato il senso dello Stato, l’unità della Patria e della nazione, le bonifiche e lo stato sociale. A voi sono rimaste le leggi razziali e le guerre perse".

Se anche a Latina la destra italiana va in ordine sparso vuol dire che qualcosa si sta muovendo, la sfida che Fini e Berlusconi si erano fissati (unire l’elettorato moderato conservatore e popolare) è fallita. Un nuovo inzio sarà possibile quando saranno superate le tre ideologie che hanno domianto l’Italia negli ultimi 90 anni il Fascismo, il Comunismo ed il Berlusconismo. E Pennacchi con la sua poetica che va oltre gli schieramenti ci sta provando.

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