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Ora che ho perso il lavoro potrò laurearmi

Ti vendi bene tu, che prendi 500 euro al mese per lavorare 12 ore al giorno? Ti vendi bene tu, che a 35 anni hai dovuto chiedere un prestito ai tuoi genitori? #tivendibenetu è una campagna de L’isola dei cassintegrati sulle reali condizioni di lavoro, e di vita, dei giovani in Italia.

debora_masetti

Studying + Working Class Hero

di Debora Masetti

Ho 23 anni e da quando sono alle superiori sono una studentessa lavoratrice. Lo scorso 30 giugno mi è scaduto il contratto determinato nell’azienda dove lavoravo, e non mi è stato rinnovato. All’inizio ero molto preoccupata, poi ho pensato che con due anni e mezzo di contributi avrei potuto accedere ai sussidi. E ho pensato che sarebbe stata una novità essere per una volta semplicemente una studentessa.

Il 1 luglio sono andata al centro per l’impiego (cip) di Bologna. Sapevo che quel giorno scadevano i contratti degli insegnanti, per questo alle 8 del mattino c’erano già 100 persone in fila. Nonostante la situazione non fosse delle migliori c’era un bel clima, ho fatto amicizia con un ragazzo dietro di me che veniva dal Bangladesh e mi ha raccontato la sua storia. Quando senti storie come la sua, ti chiedi: “Beh, ma se la disoccupazione la prendo io, cosa dovrebbe fare lui che manda i soldi a casa e ha figli?”.

Dopo una lunga coda sono riuscita a entrare verso le 10, e dentro c’era un’altra fila. Stavano chiamando il numero 60 e io avevo il numero 100. Mi hanno preso i dati e mi fissato un appuntamento per l’8 luglio per fare il colloquio e iscrivermi alle liste di collocamento.

Sapevano tutti cosa fare lì, mi sentivo l’unica che faceva tutto per la prima volta. Chiedo: “Quindi posso fare richiesta online all’Inps?” E l’impiegato: “Sì, ma prima deve recarsi all’Inps a prendere il pin per potere accedere al portale”. Va bene, allora vado all’Inps e ho altre 40 persone davanti in fila. Alla fine mi danno questo codice pin. Che mi serviva per generare un altro pin sul sito. Mi sono sentita un po’ dentro il film Matrix.

Poi, come per magia, il portale online dell’Inps si blocca. Ho chiamato via Skype e mi hanno spiegato che il sito dell’Inps era bloccato in tutta Italia perché, a causa delle scadenze incombenti troppe persone si sono collegate contemporaneamente… mi ci sono voluti tre giorni per accedere al sito. Ci sono riuscita il 4 luglio all’una del mattino. Non sapevo cosa chiedere: Aspi, mini Aspi, disoccupazione ordinaria. Scopro che era l’Aspi.

Oltre a studiare e lavorare prendo la borsa di studio regionale. E prima di avere dei contratti regolari ho lavorato in nero. Lavoro in campagna da quando ho 17 anni. Ho fatto lavori orribili come ragazza immagine, o volantinaggio. Non è facile essere una studentessa lavoratrice, la logistica è estremamente complicata: se un pomeriggio volessi studiare so che al lavoro non mi verrebbero incorro mettendomi comunque di turno.

È come avere una doppia vita. I weekend non esci per lavorare, non hai un giorno libero. Delle volte, dopo 8 ore di lavoro, torni a casa e ti metti sui libri. Anche in fila al centro per l’impiego mi ero portata da studiare. Alla fine sono quasi contenta di aver perso il lavoro, perché non mi era mai capitato di poter fare solo la studentessa. Certo… e se fra qualche mese non riesco a trovare lavoro? E con quanti mesi di ritardo mi versano l’Aspi?

Credo che chi studia e lavora assieme può avere una marcia in più. Al lavoro impari a porti in una maniera diversa, coi tuoi superiori, e finisci per relazionarti diversamente anche con i professori. E se una prof. arriva in ritardo forse sei l’unica persona a chiederti: “Ma questa non ha un cartellino da timbrare?”

Ora potrò finalmente laurearmi, e poi cercherò un lavoro migliore. Magari nei musei, nelle mostre, o forse prima andrò a continuare gli studi a Londra.

 

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