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Non si scherza con la Russia

 
L'annessione della Crimea alla Russia è ormai una realtà, il porto di Sebastopoli è nelle salde mani della flotta russa ed i cosacchi occupano i luoghi chiave della Crimea. Su Mosca incombono solo sanzioni simboliche e l'Europa mantiene un profilo diplomatico di apertura; anche un'eventuale esclusione dal G8 della Russia sarebbe temporanea.
 
I rapporti economici con l'Unione Europea sono molto stretti, in particolare con la Germania e con l'Italia ed il ruolo dominante della Russia in ambito energetico non può essere trascurato dalle cancellerie europee. L'Ucraina esce indebolita ulteriormente, con un governo temporaneo e la transizione verso una democrazia di tipo occidentale che si allontana.
 
Dopo la guerra lampo in Georgia del 2008 i porti sul Mar Nero hanno assunto un ruolo rilevante al punto da richiedere una gestione diretta della Crimea e la Russia ha trovato il miglior pretesto di intervento nella instabilità politica di Kiev. Inoltre la situazione siriana rafforza la politica russa in Medio Oriente e rende il porto di Tartus fondamentale per la Marina di Mosca, una base strategica nel Mediterraneo Orientale.
 
Gli Stati Uniti esprimono una ferma condanna della azione russa, ma si limitano alle parole, consapevoli dei rischi di una ingerenza negli affari russi con i vicini dell'ex impero sovietico. Lo Zar Putin si è mostrato sicuro di sè, padrone della situazione e con una visione delle cose molto chiara.

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