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Marcello Dell’Utri è stato condannato

Marcello Dell'Utri è stato condannato

"In nome del Popolo Italiano" il Senatore Pdl Marcello Dell’Utri è stato condannato a 7 anni di reclusione per Concorso Esterno in Associazione Mafiosa. Per i reati commessi fino al 1992. Provati i rapporti con Cosa Nostra, con la mafia del Boss Bontade, con la mafia dei Boss Riina e Provenzano, almeno fino alle stragi di Capaci e via D’Amelio. Assolto per i fatti successivi. Cade la parte "politica", dell’intermediazione, della "trattativa" tra Stato e Mafia.

Per ora naturalmente. Il Sostituto Procuratore Nino Gatto appare stupito, ma sorride sicuro di sé, dice che l’accusa relativa alla "stagione politica", quella successiva al ’92, era la meglio argomentata, la più forte, "la più granitica, ancor più granitica della parte precedente". Aspettiamo comunque di leggere la sentenza, al massimo 90 giorni, aspettiamo di capire come sono state valutate le parole di Gaspare Spatuzza, aspettiamo che ai Graviano venga voglia di parlare, aspettiamo tante cose, prima di arrivare ad un giudizio definitivo. E Berlusconi? Il nostro Presidente del Consiglio rimane comunque pesantemente coinvolto, confermata la connessione che lo lega a Cosa Nostra, via Dell’Utri: erano gli anni della nascita dell’impero, mediatico ed immobiliare, anni su cui il Premier non ha mai voluto fare chiarezza.

Chiudo. Su questo processo preparatevi a sentirne delle belle. La Corte Papale già festeggia, festeggia e travisa e solidarizza, magari si sono persi la parte in cui la Corte (è il secondo collegio giudicante che lo fa, mica bubbole) conferma in blocco un ventennio di rapporti tra la Mafia siciliana e Marcello Dell’Utri, non so se rendo. Ma in ogni caso - e non c’era bisogno di questa sentenza per farlo - mi permetterei di riproporre per il Senatore una parolina magica, lo so che è fuorimoda e poco efficace, ma così, tanto per non perdere l’abitudine, giusto perché stiamo parlando di un uomo delle Istituzioni legato a Cosa Nostra, non per altro:
 
Dimissioni. Subito.

Se non lo fanno Ministro, s’intende.
''
 

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