Lotto e Cinema: il grande connubio nasce a Napoli
Il gambling ha avuto, da sempre, un rapporto molto forte con il cinema, e viceversa. Non potrebbe essere altrimenti: il gioco d'azzardo di per sé crea i presupposti per raccontare delle storie avvincenti e affascinanti, e il cinema è il media perfetto per raccontarle. Per non parlare poi del fatto che moltissimi attori famosi, sia italiani sia stranieri, si sono rivelati dei forti appassionati di questo passatempo così storico in Italia. E se si fa un confronto tra il Lotto e il cinema, si scopre che questo connubio particolare nasce proprio a Napoli.
La cultura napoletana e il gioco del Lotto
Tutto nasce dalla figura del cosiddetto "assistito", ovvero una persona con poteri sovrannaturali in grado di ricevere dai defunti i numeri vincenti da giocare. Una figura che il noto scrittore Luciano De Crescenzo tratteggia nel film "Così parlò Bellavista", diretto e sceneggiato da lui stesso nel 1984. Non a caso, l'assistito è ancora oggi una figura molto sentita a Napoli, anche quando si parla di passatempi come l'estrazione 10 e Lotto online. In realtà le testimonianze storiche sugli assistiti sono molto più antiche: al punto che le prime risalgono al 1884, e si fa riferimento al romanzo "Ventre di Napoli" di Matilde Serao.
La scrittrice parla degli assistiti come delle figure alle volte adorate, altre volte bastonate, salvo poi implorare il loro perdono. Perché poi, quando si vince al Lotto, la prima cosa che viene in mente è ringraziare proprio lui, l'assistito, artefice delle fortune dei fortunati.
Il rapporto tra Lotto e cinema a Napoli
Il settore della letteratura, come visto poco sopra, ha regalato tantissime perle che raccontano le tradizioni e la cultura napoletana in merito al gioco del Lotto. Ma anche il cinema ha contribuito al successo di questo gioco, e viceversa, perché in fondo questo è sempre stato un rapporto alla pari. Basti pensare ad esempio alla pellicola "Totò e i re di Roma", con il protagonista (Enrico Pappalardo) che decide di morire per comunicare ai propri cari i numeri vincenti del Lotto, dopo aver perso il posto di lavoro.
Il Principe della Risata è ancora una volta protagonista nel film "Totò e Peppino divisi a Berlino", così come il lotto. Per quel che riguarda la storia di questo gioco, ci troviamo di fronte (non casualmente) ad un passatempo nato proprio a Napoli, nel lontano 1682. Fu Carlo di Borbone a decidere di far gestire al governo il gioco in questione, di fatto ufficializzandone l'importanza, anche a livello economico e non solo culturale. Nel 1860 il Lotto venne abolito a Napoli da un decreto voluto e firmato da Garibaldi in persona.
Napoli e la Smorfia
La cultura napoletana è rimasta fortemente legata a tradizioni come l'assistito e la famosa Smorfia, ovvero l'arte di interpretare i sogni per ottenere i numeri da giocare. Si tratta di un vero e proprio trattato nato da una reinterpretazione della Cabala ebraica, il cui nome fa riferimento alla figura di Morfeo, dio dei sogni. La Smorfia incarna il desiderio del giocatore di migliorare la propria vita risolvendo i propri guai, come dichiarato da un'altra figura mitica: Massimo Troisi, che insieme a Lello Arena e ad Enzo De Caro aveva fondato il trio comico "La Smorfia".