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Le migrazioni fra noi: conoscere i dati per combattere i luoghi comuni

Chi sono e quanti sono i migranti che vivono in Italia? Da dove vengono e perché partono? E che lavoro fanno quando arrivano? Per rispondere a queste ed altre domande, il Centro Nuovo Modello di Sviluppo ha presentato, a fine giugno, un nuovo dossier dal titolo “Le migrazioni fra noi”, composto da 22 schede infografiche per la lotta ai luoghi comuni. 

 

Negli ultimi anni la narrazione delle migrazioni è entrata in maniera distorta nel dibattito politico creando dei falsi miti con forti ripercussioni sull’opinione pubblica. La lettura strumentale dei dati, utilizzati solo in maniera parziale, ha portato molte persone a credere che la maggior parte dei problemi che stiamo vivendo, come disoccupazione e crollo del welfare, siano dovuti all’arrivo degli stranieri. 

Il primo passo per parlare di immigrazione è analizzare i tanti dati a nostra disposizione che ci offrono una panoramica del fenomeno a livello mondiale, europeo e nazionale. Nel 2019, il numero di persone residenti in un paese diverso da quello di origine ammonta a 272 milioni, circa il 3,5% della popolazione mondiale. Nel numero sono comprese anche le cosiddette seconde generazioni, cioè i nati nel paese in cui risiedono senza però averne ottenuto la cittadinanza perché figli di stranieri. Diversamente da quello che si può pensare, subito dopo l’Asia (31%), il continente con più persone che decidono di vivere in un altro paese è proprio l’Europa, infatti il 30% dei cittadini comunitari non risiede nel paese di cui ha la cittadinanza. A seguire troviamo il Nord America (22%), l’Africa (11%), il Sud America (4%) e l’Oceania (3%). 

Cause delle migrazioni nel mondo

La principale causa che spingono le persone a spostarsi è sicuramente la disoccupazione, infatti i migranti per lavoro costituiscono il 60%, stimati in 164 milioni circa. Quelli che invece sono stati costretti ad abbandonare forzatamente la loro casa sono quasi 80 milioni, ma oltre la metà di questi (46 milioni) non è uscita dai propri confini nazionali. Altri 33 milioni sono scappati all’estero e solo il 15% (7,8 milioni) sono stati accolti da paesi ad alto reddito. L’ultima categoria presa in considerazione è quella dei migranti ambientali, cioè persone costrette a lasciare le proprie case per disastri naturali come carestie, siccità, alluvioni, tifoni e terremoti. Solo nel 2018 ci sono stati circa 17 milioni di sfollati a causa di eventi estremi causati dai cambiamenti climatici, per questo motivo, la Banca Mondiale ha lanciato l’allarme che entro il 2050 il numero potrebbe essere di 143 milioni, di cui i due terzi provenienti dall’Africa. 

I numeri in Italia

Italia terra di immigrazione? Forse più terra di emigrazione, infatti i dati del 2019 ci dicono che a fronte dei 5.255.503 stranieri residenti in Italia, sono 5.288.281 gli italiani residenti all’estero. Inoltre, il numero di immigrati presenti in Italia va analizzato in maniera corretta e confrontato con gli altri stati dell’UE per evitare che sia strumentalizzato per creare malcontento tra la popolazione. Abbiamo detto che gli stranieri in Italia costituiscono circa 8,5% della popolazione, ma di questi circa il 30% provengono da altri paesi dell’Unione Europea, cioè sono cittadini comunitari. A seguire, il 49% proviene da paesi extracomunitari come Europa dell’Est, Americhe ed Asia, solo il 21% degli stranieri proviene dal continente africano. 

Gli stranieri in Italia per status giuridico

Dei 5,2 milioni di stranieri residenti in Italia, 5 milioni sono in possesso di un permesso di studio o di lavoro, mentre i richiedenti di qualche forma di protezione internazionale sono circa 200mila. Oltre questi, si stimano altri 562mila stranieri che non sono in possesso di regolare permesso. Per questo il numero totale di stranieri residenti in Italia sale a circa 5,8 milioni. 

Il confronto con gli altri paesi UE

Se in termini di presenze assolute l’Italia, con 5,2 milioni di stranieri residenti, è al terzo posto in Europa, dopo Germania (9,7milioni) e Regno Unito (6,2milioni), la classifica viene sconvolta completamente se si considerano le presenze in percentuale alla popolazione residente. Infatti con l’8,5% di immigrati, l’Italia si piazza all’undicesimo posto nell’Unione Europea. Questa particolare classifica vede al primo posto la Svizzera con circa il 25% di popolazione straniera residente, seguita da Austria (15,7%), Belgio e Irlanda (12%), Germania (11,7%), Norvegia (10,7%), Spagna (9,8%), Regno Unito (9,5%), Danimarca (8,8%) e Svezia (8,8%). 

Per consultare gli altri dati del Dossier è possibile consultare il sito del CNMS o scaricare le schede infografiche da questo link

Questo articolo è stato pubblicato qui

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