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Lavoro, disoccupazione ed Economia

Il problema del lavoro è la prima attenzione del governo Letta. Un problema grave in Italia ove la disoccupazione giovanile è da anni a livelli drammatici e continua a crescere.

Per l'ennesima volta i politici appaiono non sapere riconoscere la differenza tra causa ed effetto. La disoccupazione è la conseguenza della crisi economica di un paese non la causa. La disoccupazione si combatte rafforzando la economia non il contrario.

Letta ha portato il problema della disoccupazione a livello dell'Europa, un modo elegante per evitare una responsabilità. È una persona troppo intelligente per non sapere che il lavoro è un falso problema. Il problema vero è il declino economico del paese. Ma affrontare il problema del rilancio economico comporta una rivoluzione culturale in una Italia che ha il più alto rapporto Europeo tra lavoro improduttivo e lavoro produttivo. 

Il lavoro improduttivo è un costo aggiuntivo per il paese e non produce ricchezza ma un aumento della tassazione. In un paese che ha già una delle tassazioni più alte del mondo! 

Purtroppo il lavoro improduttivo ha l'effetto drammatico di autoalimentarsi con la creazione di ulteriore lavoro improduttivo, che non è solo inutile ma dannoso.

Un caso banale, ma recente, mi ha interessato personalmente. Mia madre abita in una casa popolare in piazza Carducci a Bologna. È il più brutto edificio di tutta la piazza ma è appena arrivata la comunicazione dei Beni Culturali, che l'edificio è "dichiarato di interesse culturale storico-architettonico" quale esempio di edilizia popolare anni 50! Una situazione che solo una burocrazia che non niente da fare può creare. Una burocrazia che con il lavoro giustifica la propria esistenza!

Questa mentalità pervade gli amministratori pubblici a tutti i livelli e rende qualunque tipo di attività o iniziativa sempre più complessa e costosa. L'impatto sulla possibilità di ripresa economica del paese è drammatico.

In un recente viaggio in Centro America ho incontrato numerosi imprenditori italiani che stanno fuggendo dal nostro paese e chiedendo la residenza all'estero. Iniziano attività ed investono all'estero. Una fuga impressionante a fronte della quale l' Italia riesce solo ad attrarre i diseredati del terzo mondo! 

La politica rifugge da questa realtà disarmante che è in crescita da anni. Un imprenditore che si suicida è solo una notizia di cronaca. Accorate parole di cordoglio e tutto resta come prima: cioè continua a peggiorare.

In un pianeta che non ha più pericoli di guerra mondiale, è l'economia che guida oggi tutte le iniziative politiche dei grandi paesi del mondo. Lo sconforto maggiore è che i politici italiani non trovino neppure il coraggio di affrontare il vero problema dell'economia del paese e continuino a parlare del problema lavoro.

Illudono gli italiani di potere sconfiggere l'effetto senza rimuovere la causa.

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