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La Quarta Rivoluzione: le nuove tecnologie al servizio della conoscenza

“La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro” è un testo molto approfondito e illuminante sull’attuale fase di trasformazione della galassia editoriale mondiale (Laterza, 2010).

La tesi centrale di questa pubblicazione è molto condivisibile: forse “la strada che i libri elettronici devono seguire, se vogliono aver successo come strumenti di lettura, è già tracciata, ed è inevitabile. È la strada del “ritorno al libro”… il requisito di mimicità impone indubbiamente, a chi progetta dispositivi di lettura, il confronto continuo con il modello rappresentato dal libro a stampa, e l’esigenza di avvicinarne la perfezione ergonomica” (p. 50).

Però bisogna fare un paio di precisazioni: questo requisito riguarda “la lettura tradizionale di testi prevalentemente lineari” e “i dispositivi di lettura per libri elettronici devono affrontare anche la sfida rappresentata dalla possibilità di leggere i testi tradizionali in forme e modi nuovi, integrando l’attività di lettura con quelle di ricerca, consultazione, integrazione all’interno di larghe basi di dati testuali, gestione di annotazioni eventualmente condivise fra più utenti”.

Così il libro del futuro potrebbe trasformarsi in un sistema audio-video integrato e interconnesso, ipertestuale e multimediale. Ma per ora la definizione più semplice di e-book è la seguente: “Un oggetto digitale che costituisce la rappresentazione elettronica di un libro” (EBX Working Group – Open eBook Forum).

Quindi ci sono e ci saranno da affrontare delle scelte molto significative “di politica culturale, e sarebbe opportuno che i lettori, gli autori, i bibliotecari, gli editori effettivamente interessati a promuovere e a difendere la tradizione della cultura del libro non delegassero queste scelte a una pretesa “mano invisibile” del mercato o a quella, assai più concreta, delle grandi multinazionali dell’informatica e dell’editoria” (p. 51).

E ci sarà da gestire la disintermediazione: la scomparsa di molte figure legate all’intermediazione e alla produzione materiale originano un processo “completamente eversivo rispetto all’organizzazione tradizionale del mondo editoriale”. Negli Stati Uniti un agente letterario e alcuni scrittori hanno già pensato di produrre autonomamente i loro libri evitando l’esosa e in certi casi tirannica intermediazione della case editrici.

Comunque “Già oggi le nostre pratiche di lettura coinvolgono nella quasi totalità dei casi una qualche forma di testo elettronico, anche se si tratta per lo più di testi elettronici trasferiti su supporto cartaceo. I testi dei libri, delle riviste, dei quotidiani che leggiamo sono di norma scritti dall’autore in formato elettronico, raggiungono l’editore in formato elettronico, sono formattati, impaginati e archiviati in formato elettronico”. La stampa al servizio della lettura è quindi un enorme costo aggiuntivo che si giustifica dalla tradizione, dalle abitudini umane e “dalla superiorità che il supporto cartaceo ha avuto finora rispetto a quelli digitali dal punto di vista della comodità delle interfacce di lettura, ma che tenderebbe probabilmente a scomparire se questo superiorità venisse meno” (p. 54).

Per quanto riguarda le migliori tecnologie di visualizzazione specifiche per e-book bisogna subito chiarire che sono differenti dagli schermi tradizionali che emettono luce propria: “la carta elettronica non emette luce ma la riflette soltanto: questo significa che, proprio come un libro (e all’opposto di quanto fa un tradizionale display retroilluminato), un e-book basato su tecnologia "e-paper" si legge meglio se c’è parecchia luce… Per molti utenti (anche se le discussioni scientifiche a riguardo sono tutt’altro che concordi) lo schermo di un display, che emette luce, è più stancante e faticoso da leggere della carta” (p. 98). Quindi la tecnologia "e-paper" consuma meno energia elettrica e le batterie possono durare giorni o settimane, e però possiede due grossi difetti: non esistono per ora schermi e-paper a colori e non è possibile visionare animazioni e filmati, cosa che impedisce a un e-book di essere multimediale e di diventare migliore del libro di carta.

Nei paesi di lingua inglese la diffusione degli e-book è impressionante, dato che nel caso di Amazon, già a Natale 2009 le vendite di e-book hanno superato quelle dei libri di carta, grazie anche al rapporto privilegiato con il lettore Kindle. Inoltre bisogna considerare l’attuale diffusione della terza generazione di dispositivi come l’iPad con un’ottima risoluzione video, che sono molto orientati alla lettura. Con “iBooks”, un programma apposito dell’iPad, si possono leggere anche gli e-book di pubblico dominio in formato “ePub”, oltre a quelli archiviati nell’iBookstore della stessa Apple.

Comunque, dato che a me piace unire la teoria e la pratica (quando ciò è possibile e fattibile), vi lascio i riferimenti di quattro siti dove si possono scaricare molti e-book a titolo gratuito: www.liberliber.it (sul sito gestito da Marco Calvo si trova anche il link alla rivista PaginaTre), www.europeana.eu (si può scegliere una delle 26 lingue europee), www.simplicissimus.it (fondato da Antonio Tombolini), www.bibienne.com (casa editrice specializzata nei testi scolastici) .

Segnalo anche un bookstore dove si può vedere all’opera un programma che permette al formato PDF di animarsi: www.blioreader.com. La realizzazione del sito è stata possibile grazie al contribuito di Ray Kurzweil, un genio informatico americano che ha pubblicato anche in Italia (“La singolarità è vicina”, Apogeo, 2008). Kurzweil è anche un umanista molto pragmatico. Infatti ha affermato: “qualunque sia la difficoltà che abbiamo di fronte – problemi di lavoro, questioni di salute, difficoltà relazionali, come tutte le grandi sfide scientifiche, sociali e culturali del nostro tempo – c’è un’idea che ci può permettere di averla vinta. Inoltre, possiamo trovare quell’idea. E, quando la troviamo, dobbiamo realizzarla. La mia vita è stata guidata da questo imperativo”.

C’è poi da segnalare un programma innovativo che permette di gestire al meglio le pubblicazioni in formato ePub: http://calibre-ebook.com/. Calibre rappresenta l’iTunes per il mondo eBook: “permette di visualizzare i propri e-book attraverso una finestra di lettura, di raccoglierli in una biblioteca personale, di convertirli nel formato adottato dal proprio particolare dispositivo di lettura” (p. 160). Calibre è stato creato dall’indiano Kovid Goyal, che l’ha rilasciato in open source e reso disponibile per i principali sistemi operativi: Windows, Mac e Linux (esiste anche l’interfaccia in lingua italiana).

Infine bisogna chiarire che ogni pubblicazione possiede tre grossi limiti: non è in grado di adattarsi alla cultura e alla psicologia del lettore, non può correggere le interpretazioni errate e naturalmente non può rispondere alle domande (Socrate). E in realtà tutti gli “autori non scrivono libri: essi scrivono testi che diventano oggetti scritti – manoscritti, incisi, stampati, e, oggi, informatizzati – maneggiati in maniere diverse da lettori in carne ed ossa le cui modalità di lettura variano secondo i tempi, i luoghi e i contesti” (Guglielmo Cavallo e Roger Chartier, Storia della lettura).

Probabilmente il futuro del libro scientifico e della saggistica di largo consumo si giocherà sull’interattività con il lettore e il Web. E l’osservazione di Eco che il libro è uno dei pochi strumenti che una volta inventato non può essere migliorato, verrebbe così parzialmente confutata.

Gino Roncaglia è docente di Informatica applicata alle discipline umanistiche e di Applicazioni della multimedialità alla trasmissione delle conoscenze presso l’Università della Tuscia. Inoltre è un consulente scientifico di RAI New Media e conduce un corso di perfezionamento sul futuro del libro, e-book ed editoria digitale: www.ebooklearn.com

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