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L’indagine Pisa-Ocse boccia i professionali del Meridione

Molti operatori scolastici: dirigenti, ispettori, professori, esperti parlano in convegni, forum tematici, collegi docenti, assemblee studentesche dell’indagine OCSE-PISA prendendola a riferimento per formulare soluzioni più o meno efficaci atte ad ottimizzare il rendimento e la qualità della scuola dell’autonomia.

Ma esattamente cos’è OCSE-PISA e quali risultati statistici ha fornito per essere spesso presente nelle tematiche della scuola italiana?

Il Programme for International Student Assessment (PISA) è un’indagine internazionale promossa dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) per accertare le competenze dei quindicenni scolarizzati nelle aree della lettura, della matematica e delle scienze.

Gli obiettivi principali di PISA sono i seguenti:

• mettere a punto indicatori relativi al rendimento scolastico degli studenti quindicenni, in funzione della comparazione dei sistemi scolastici dei paesi membri dell’organizzazione;

• individuare le caratteristiche dei sistemi scolastici dei paesi che hanno ottenuto i risultati migliori, in termini di livello medio delle prestazioni e di dispersione dei punteggi, in modo da trarre indicazioni relative all’efficacia delle politiche scolastiche nazionali;

• fornire dati sui risultati dei sistemi di istruzione in modo regolare, in modo da consentire il loro monitoraggio e la costruzione di serie storiche di dati utilizzabili per orientare eventuali provvedimenti innovativi e di riforma.

Hanno partecipato a questa indagine cinquantasette paesi, tra i quali tutti i trenta paesi membri dell’OCSE e ventisette paesi partner, per la precisione sono:

Paesi OCSE : Australia, Austria, Belgio, Canada, Corea, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Rep. Ceca, Rep. Slovacca, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria.

Paesi partner: Argentina, Azerbaijan, Brasile, Bulgaria, Cile, Colombia, Croazia, Estonia, Giordania, Hong Kong-Cina, Indonesia, Israele, Kyrghizistan, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Macao-Cina, Montenegro, Qatar, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Taiwan-Cina, Thailandia, Tunisia, Uruguay.

L’Italia ha partecipato con un campione di 21773 studenti in 799 scuole, divise in 5 macroaree geografiche (nord-est, nord-ovest, centro, sud, isole) e considerando 5 indirizzi di studio (licei, istituti tecnici, istituti professionali, scuole medie, la formazione professionale).

Confrontiamo i risultati dei punteggi in scienza, matematica e lettura ottenuti dalle scuole italiane, differenziandole tra le 5 macroaree sopra scritte, con la media dei punteggi OCSE.

In scienze la media OCSE è di 500 punti mentre la media degli studenti italiani è 475 punti evidenziando un relativo ritardo. Se, però, scomponiamo il risultato italiano nelle 5 macroaree geografiche osserviamo che: il nord-est ottiene 520 punti, il nord-ovest 501 punti, il centro 486 punti, il sud 448 punti, il sud isole 432 punti. Una scomposizione per indirizzi di studio rivela che a livello nazionale i licei ottengono 518 punti, gli istituti tecnici 475 punti, i professionali solo 414 punti.

In matematica la media OCSE è di 498 punti mentre in Italia si arriva ad una media di 462 punti. I licei hanno un punteggio medio di 499 punti, superiore alla media OCSE, mentre i professionali hanno una media di soli 400 punti.

Le cose non cambiano in lettura, anzi peggiorano, poiché la media OCSE è di 492 punti contro una media italiana di 469 punti. I licei italiani hanno una media di 525 punti, ampiamente superiore alla media OCSE, ma i professionali arrivano al modesto risultato di 391 punti, ben 101 punti in meno rispetto alla media Ocse.

Riepilogando i professionali italiani hanno una media nazionale di 414 punti in scienze, 400 punti in matematica e 391 punti in lettura.

Analizzando il dato degli istituti professionali del meridione d’Italia comprendenti le aree geografiche del sud e sud-isole, si può verificare che per le scienze i professionali del sud arrivano ad un punteggio di 387 punti mentre quelli del sud-isole a 373 punti; per la matematica i professionali del sud sono a 376 punti e quelli del sud-isole a 369 punti; per la lettura i professionali del sud sono a 362 punti e quelli del sud-isole a 332 punti.

Osserviamo come la situazione peggiore sia nel sud-isole dove la differenza rispetto alla media nazionale dei professionali è: per le scienze di 41 punti, per la matematica di 31 punti, per la lettura di 59 punti. Il gap aumenta rispetto alla media OCSE poiché esiste una differenza di 127 punti per le scienze, 129 punti per la matematica, ben 160 punti per la lettura.

Il motivo di questa bocciatura, soprattutto per i professionali del sud-isole, può essere sintetizzato in un altro elemento statistico ricavato sempre dai dati OCSE-PISA e riferito al livello medio delle competenze degli studenti. Questo dato statistico ci dice che il 14,8% degli studenti del sud-isole, per le scienze, ha un punteggio inferiore a 334 punti, quindi sotto il livello 1 delle competenze (esistono 6 livelli di competenze il numero 1 è quello più basso), per la matematica il 25,3% sotto il livello 1, per la lettura il 20,2% sotto il livello 1.

Questo significa, considerando ad esempio solo la sezione scienze, che nella percentuale del 14,8 gli studenti sud-isole sono sotto un livello di competenze così definito: “Uno studente possiede conoscenze scientifiche tanto limitate da poter essere applicate soltanto in poche situazioni a lui familiari. E’ in grado di esporre spiegazioni di carattere scientifico che siano ovvie e procedano direttamente dalle prove fornite".

Il risultato, quindi, è veramente grave.

Le mie argomentazioni che potranno essere avvalorate o smentite nei commenti dei lettori, hanno lo scopo di attivare un dialogo sull’argomento perché solo così si troveranno quelle idee ed azioni necessarie per un inversione di tendenza dei risultati OCSE-PISA che adesso rilevano, in ogni modo, un grave problema di fondo.

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