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In Europa chi lavora di più sono i lavoratori greci

Quali sono i paesi in cui si lavora di più? La Grecia è al 1° posto in Europa ed è il 4° paese più laborioso al mondo, dopo Messico, Costa Rica e Corea del Sud.

La prima cosa da dire è che sono in molti che considerano i tedeschi e gli italiani grandi lavoratori e vedono i greci come dei fannulloni. Invece gli italiani sono a metà classifica, al 22° posto, mentre i tedeschi risultano ultimi nella lista stilata dall’OCSE e riferita al 2014. Per cui i ‘fannulloni’ eventualmente sono proprio i tedeschi mentre gli italiani lavorano di più persino dei francesi, dei belgi, degli olandesi, degli inglesi e di tanti altri. Comunque sia, nessun lavoratore europeo lavora più di un collega greco.

L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ha pubblicato giovedì 9 luglio le cifre riferite alle ore lavorate per lavoratore all’anno, aggiornate al 2014 e riferite ai paesi più industrializzati. Le cifre indicano che il paese europeo, dove i dipendenti lavorano più ore di tutti, è appunto la Grecia e quello dove si lavora di meno è la Germania. La differenza fra ore lavorate dai greci, rispetto ai colleghi tedeschi, è pari a 671 ore, quasi il 50% in più. Fra tutti i paesi industrializzati al mondo, è il Messico che guida la classifica con 2.228 ore all'anno (vedi documento allegato all'articolo).

Il metodo statistico OCSE

È importante tener presente che la classifica dell’OCSE considera i lavoratori a tempo pieno, anche se temporanei, e i lavoratori part time. Pertanto, paesi come l'Olanda o la Germania, che contano su alti livelli di occupazione a tempo parziale, hanno potenzialmente un minor numero di ore per dipendente rispetto ad altri in cui il part time non è molto diffuso.

Il fatto più interessante è che i dati dimostrano che le ore di lavoro per dipendente in Germania sono state ridotte in modo significativo negli ultimi due decenni, mentre in Grecia sono aumentate in modo consistente, anche se il paese ellenico ha il più alto tasso di disoccupazione in Europa.

Il sistema lavoro in Grecia

Il primo paese europeo della lista OCSE è la Grecia, con una media lavorativa pari a 2.042 ore annue per dipendente. La Grecia ha anche un altro primato poco invidiabile: è il paese europeo con il più alto tasso di disoccupazione, pari al 26,6% nel 2014 secondo i dati OCSE. Quindi, in Grecia vivono un orario di lavoro prolungato, per cui all’alta disoccupazione corrisponde, purtroppo, anche una bassa produttività. Solo l'11% della popolazione ha un lavoro che si possa definire ‘stabile’, per cui oggi il part time sta prendendo sempre più piede, anche perché non è facile trovare un impiego a tempo pieno. Ora sono due terzi i greci che lavorano meno di 30 ore settimanali, stabilendo così la più alta percentuale di lavoratori part time fra tutti i paesi monitorati dall’OCSE.

Dove si lavora di meno, si produce di più

All’estremo, rispetto alla Grecia, troviamo i paesi ove si lavorano meno ore all'anno e questi sono concentrati principalmente in Europa centrale e settentrionale. I paesi, in cui si lavora meno di 1.500 ore all'anno di media, sono: Francia, Danimarca, Norvegia, Olanda e Germania. Si tratta, però, di paesi con elevata produttività e con una maggiore presenza industriale. In questi paesi il PIL pro capite è molto più alto rispetto a quelli in cui si lavorano più ore.

Quindi, la chiave del successo è la produttività, ma anche il fatto che esiste un maggior numero di persone che lavorano, anche se lo fanno per meno ore. Questo dato indica che la piena occupazione dovrebbe essere l’obiettivo primario di ogni governo e chi lo può assicurare sono le imprese sane, non le banche o le speculazioni finanziarie. Purtroppo, sembrano essere in pochi a capirlo.

Le differenze fra i settori economici produttivi

La differente composizione settoriale dell'economia, che crea conseguentemente una diversa produttività, fa sì che in Germania l’industria sia il settore determinante e il maggior traino per la sua economia, senza per questo snobbare gli altri settori, mentre la Grecia occupa la maggior parte dei suoi lavoratori in settori definiti ‘poveri’, cioè servizi e commercio. La Grecia produce poca industria e molto turismo, quest’ultimo incrementa l’agricoltura e la produzione alimentare, ma niente oltre a questo. In Germania, il tasso di disoccupazione è del 5% rispetto al 26,6% in Grecia, il che porta i tedeschi alla quasi piena occupazione.

Alla Grecia, quindi, non serve far lavorare di più quei pochi lavoratori occupati, bensì deve creare nuove occasioni di industrializzazione e incentivare quella poca che ancora è rimasta. Per esempio l’industria navale, settore in cui la Grecia era leader mondiale, ormai in declino da anni. Se Atene riceverà aiuti economici, dovrà investire su nuove attività d’impresa industriale e far crescere il turismo, settore che ha sempre mantenuto in equilibrio, pur risultando traballante, la flebile economia greca.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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