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Il Governo dell’(af)fare

Il Governo dell'(af)fare

Oggi partiremo da un dato: 2.138.000.

E’ il numero dei disoccupati italiani aggiornato agli ultimi mesi.

E poi analizzeremo una frase: "Fare della Bielorussia una nuova Romania e di Brest una futura Timisoara".

Cosa potrebbe collegare i 2.138.000 disoccupati italiani con la Romania o la Bielorussia? Un treno. Anzi, più treni. Dal 9 marzo partiranno i primi treni da Portogruaro direzione Brest.

Quel dato, quel numeretto di 7 cifre con due puntini nessuno lo tocca. Nessuno lo commenta, nessuno lo sfiora. Perché? C’è una piccola parolina di 5 lettere che ha convinto un pò tutti, imprenditori e lavoratori, disoccupati e precari. Quella parolina è: crisi.

La parola crisi è diventata un ottimo antidoto, una buona risposta a tutto, per tutti.

Cassa Integrazione? No, c’è crisi.
Ammortizzatori Sociali? No, c’è crisi.
Inflazione, PIL, Deficit Pubblico? No, c’è crisi.

Ora, siccome io giuro che non ho votato per questa maggioranza che è attualmente al Governo, vi prego di chiedere a chi l’ha fatto che cosa ha fatto realmente questo Governo per risolvere il problema della disoccupazione.

Chi come me e la mia famiglia, ma anche come i miei tantissimi amici precari o disoccupati da tanto tempo, sa di cosa parlo. Pensate, ho appena letto che al Sud è da 12 anni che i disoccupati non diminuiscono.

Ma comunque, io c’ho provato a chiederlo un po’ in giro, ed ogni volta mi ritrovo sempre le solite risposte: "Eh vabbè, il Governo ha tolto la monnezza da Napoli, sta costruendo le case a L’Aquila, e poi comunque, con questa crisi...".

Ora, siccome a me le chiacchiere non piacciono, proviamo a raccontare cos’ha fatto, e cosa sta facendo, il Governo del (af)Fare per risolvere il grave problema della disoccupazione.

La frase "Fare della Bielorussia una nuova Romania e di Brest una futura Timisoara" l’ha pronunciata nientepopodimeno che il Sottosegretario al Commercio Estero Adolfo Urso.


Di Timisoara me ne occupai in tempi a dir poco sospetti.
Era il 27 giugno del 2008.

All’epoca non facevo altro che commentare quest’articolo, di alcuni anni fa, di Mihaela Iordache dell’Osservatorio sui Balcani. Vi assicuro che tante persone da quel giorno sono arrivate al mio blog tramite quel post da google: per un periodo bastava digitare "Timisoara sesso e puttane" oppure "Timisoara pompini e poi vomito (!??)", e vi assicuro che l’algoritmo di Google mi dava sempre per primo (uhm, chissà perché...) .

In breve: Timisoara, città ad ovest della Romania, da più di 10 anni è considerata una vera e propria provincia veneta. Ai 750.000 abitanti di Timisoara si aggiungono 10.000 italiani, un terzo di questi provenienti dal Veneto. Secondo la giornalista, al 2004 le aziende a Timisoara erano 13.000, ben 1200 di queste a capitale italiano.

La tecnica è sempre la stessa, credo che sia anche abbastanza nota: camicia prodotta in Romania, bottoni in Italia e quindi marchiata Made in Italy. Unico particolare: un operaio rumeno costa 100 euro al mese, e questo basta a spiegare quanto il gioco valga la candela.

Ora il Governo del (af)Fare ha deciso di esportare quest’ottima esperienza anche in Bielorussia. Dal 9 marzo il treno "Marco Polo Express" porterà in 3 giorni tanta bella roba da Portogruaro a Brest. Pensate che la manodopera qualificata a Brest costa 250 euro al mese. Il primo ministro bielorusso Sidorski ha assicurato anche esenzioni fiscali per cinque anni, e facilitazioni doganali su import export anche verso la Russia.

Per le imprese che hanno intenzione di investire a Brest, Mediobanca ha preparato una linea di credito di 70 milioni di euro, a cui si aggiungono i 55 di Intesa e i 40 di Unicredit e di Sace.

Il 30 novembre del 2009 il Premier del (AF)Fare Silvio Berlusconi, in visita al dittatore bielorusso Lukashenko, gli disse: "Il popolo ti ama".

Dal 9 marzo anche tanti piccoli e medi imprenditori italiani saranno disposti ad amare la Bielorussia, in soli 3 giorni la loro merce sarà da Portogruaro a Brest.

Che dire: di sicuro è un bel calcio in culo (ammortizzato socialmente) agli operai dell’Alcoa, ai precari dell’Ispra ed ai futuri disoccupati di Termini Imerese. Anzi, è un bel messaggio subliminale: Invece di rompere le palle voi e questi scioperi del cazzo, scendete da questi tetti.

Anzi invece di scendere volate, volate per sempre.
Direzione BREST.
Solo andata, senza ritorno.
E’ un (AF)fare.
 
 
Per saperne di più: qui
 

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