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Germania: istruzioni per l’uso

Alessandro Bellardita, giudice penale presso il Tribunale di Karlsruhe, docente di Diritto presso la Hochschule (università) di Schwetzingen, figlio di emigranti italiani in Germania, ha scritto questo libro con intenti didattici e informativi diretti a coloro che volessero conoscere meglio la Germania e il “suo funzionamento” o che, magari, volessero viverci stabilmente.

L’autore ci suggerisce che, per approfondire il tema dell’emigrazione italiana in Germania, occorre ricordare il fondamentatale Trattato Italo-tedesco, in tema di Diritto di Soggiorno per motivi di lavoro in Germania, stipulato nel 1955. Questo trattato è uno dei fondamenti della integrazione nella Unione Europea, senza quel trattato la massiccia emigrazione italiana in Germania non sarebbe stata possibile e i successivi passi avanti verso l’integrazione dei lavoratori in Europa sarebbero ancora un sogno.

Il bisogno di manodopera a basso costo e poco combattiva e il raffreddamento dei rapporti fra le due Germanie allora esistenti che portarono alla costruzione del Muro di Berlino, indussero la Germania Occidentale a stipulare quel trattato con l’Italia. I lavoratori italiani disposti a fare mestieri pesanti, poco retribuiti e impediti alla difesa dei propri diritti dalla scarsa o nulla conoscenza della lingua tedesca erano per il Governo Tedesco un toccasana per la ricostruzione postbellica.

Successivamente furono stipulati trattati con la Turchia, la Jugoslavia, la Spagna, il Portogallo, il Marocco, la Grecia, la Corea del Sud e la Tunisia, nulla di favorevole all’uomo si legge in quei trattati tranne l’offerta di lavoro duro e sottopagato.

Nel frattempo molte cose sono cambiate, anche se i diritti e il loro rispetto non sono scontati. Bellardita ci dà, nel suo ottimo testo, le indicazioni per conoscere i fondamenti della Costituzione e dei regolamenti giuridici tedeschi, spingendosi a dare consigli sul come cercare casa e difendere le proprie esigenze di vita. La prima cosa da fare è imparare la lingua, senza conoscerla non si può acquisire la cittadinanza, ne farsi ascoltare dalla Pubblica Amministrazione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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