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Croce Rossa Italiana: il commissario alza le vele al rinnovamento

Il commissario della Cri alza le vele al rinovamento, ma le previsioni atmoferche non prevedono nulla di buono, con un forte vento di tramonrtana, il senatore D’Alia, forse imbarazzato della caduta e dell’azzeramento dei vertci SI.S.E e Comitato Regionale CRI, si ricorda, dopo anni di convenzione tra la CRI e la Regione Siclia per il servizio del 118 (attravero la società in Hause SI.S.E spa), che: "La Croce rossa italiana, per legge e per statuto, non può svolgere né direttamente né indirettamente attività di natura imprenditoriale o che abbiano scopi di lucro. In Sicilia invece, come da tempo evidenziato, gestisce in maniera assolutamente illegittima i servizi di pronto intervento (118). Apprezzeremo quindi l’operato del nuovo commissario solo quando concorrerà, insieme al governo regionale, all’eliminazione di questa evidente anomalia".

Finalmente qualcuno si è svegliato dal letargo?

Il commissario Rocca, come un prode marinaio, con il vento a poppa, fa rotta sul rinnovamento, con un atto deciso e risaluto, firmando l’O.C 306/09, nomina il nuovo commissario regionale della Sicilia, l’avv. Davide Bàmbina, azzerando ancora una volta, i leader storici della CRI siciliana, mettendo fine da una gestione passata, ormai sterile e troppa chiacchierata, scomoda al palazzo romano di via Toscana, dando una ventata di gioventù e professionalità al vertice della CRI siciliana.
Non si può, fare altro , che esprimere al neo commissario siciliano la stima e l’augurio di un buon lavoro proficuo e rinnovativo.

Ma il rampollo al comando del timone nazionale, non finisce di stupirci in questi giorni con il mare a favore? Vedremo come se la caverà, quando la prima tempesta si scatenerà sul prode marinaio, all’imbrunire, di una legge obsoleta, che è il R.D. 484/1936 che regola il Corpo Militare della Croce Rossa italiana, è il navigar di notte in un mare in tempesta diventa arduo e complicato. Il nodo da sciogliere, nel gergo marinaro, per semplificare, è che non essendoci una pianta organica, resto il dilemma, di un personale che qualcuno, ostinatamente, continua a definire, erroneamente: continuativo, stabile o a tempo indeterminato, non essendoci nessun riferimento di norme, alla sopra citata legge, sulla scorta di una volontà discrezionale, con delle selezioni, non riconosciute da un organo ispettivo Ministeriale che riguarda l’Economia e le Finanze, tanto si legge nelle relazione ispettiva del 2008, prova inconfutabile.

Viene riconosciuto, a un ristretto nucleo, ormai reduci, di un concorso del 1989, definito 730, un contratta di impiego con la CRI.

A seguito del Decreto in data 15 marzo 1989 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per 11 Coordinamento del la Protezione Civile - repertorio n. 294 del 11.04.1989, si con nica che con Ordinanza Commissariale n. 24 del 22.05.1989.

Ciò che stuzzica la curiosità collettiva, è come si vuol risolvere il problema, degli avanzamenti del personale militare senza avere i requisiti necessari, come si evidenzia nella stessa relazione ispettiva RGS-IGF.



Ci domandiamo, se il coraggio fino ad ora dimostrato, sulla vicenda siciliana, avrà la stessa risonanza, nel risolvere la vicenda complessa della componente militare della CROCE ROSSA ITALIANA?

Quest’ultimi, saranno, FORSE, retrocessi al livello di competenza, e restituiranno le somme percepite?

Colpa, nel passato di un sistema superficiale, o semplicemente un erronea valutazione di controllo all’avanzamento?

Con questi dubbi, auguriamo al Commissario CRI Francesco Rocca, dove riponiamo la nostra fiducia, che sicuramente senza indugi e ripensamenti, troverà la rotta, per superare anche le onde più avverse che dovrà affrontare nella navigazione, sono colme di insidie e di ostacoli.

Buon lavoro commissario

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