Crack Agile, udienza lunga 7 ore: "Così hanno svuotato Eutelia"
Cadigia Perini, cassintegrata Agile Eutelia e redattrice di questo blog ci aggiorna sul processo di Arezzo del crack Eutelia. Lo svuotamento del ramo Eutelia, l’evasione fiscale. Parallelamente prosegue il processo romano, con gli imputati Landi, Massa e Liori. Infine – come pubblicammo a gennaio poi ripresi dai quotidiani – l’ombra dello scandalo Banca Monte dei Paschi si allunga su Agile Eutelia.
Il processo di Arezzo contro la famiglia Landi e soci per il crack Eutelia è entrato nel vivo. Nell’udienza di ieri 13 giugno, durata più di sette ore, anche Samuele Landi (nella foto) ha voluto dire la sua. No, non ha lasciato l’amata Dubai dove è fuggito da tempo: lui avrebbe voluto partecipare al processo in videoconferenza ma i giudici non lo hanno permesso. Landi non si è comunque arreso (non è nella sua indole) e ha fatto pervenire, per mano del suo avvocato, una lettera al Consiglio dei Giudici per raccontare la sua versione su alcune delle operazioni contestate.
Molto difficile, però, smontare un’accusa così ben documentata, anche per Samuele Landi. Nell’udienza del 31 maggio, e di nuovo nel contro-interrogatorio ieri, il maresciallo della Guardia di Finanza Stefano Menchi ha raccontato con precisi riferimenti l’affare VoicePlus, società controllata dalla fiduciaria svizzera Cumbres, dietro cui le indagini hanno trovato tracce della famiglia Landi. VoicePlus fino al 2005 era solo una scatola vuota – come diventerà poi Eutelia, vuota fatta eccezione per i lavoratori – ma nel marzo 2006 Landi e soci cedono a VoicePlus la redditizia attività di Eutelia delle numerazioni a valore aggiunto (i servizi 199).
La cessione è valutata 62 milioni ma i Landi la regalano a VoicePlus, causando un danno rilevante per Eutelia che comincia così a scricchiolare. Naturalmente il fatturato di VoicePlus dopo la cessione sale alle stelle, passando da 67 mila euro a 124 milioni di euro, con un utile di 23 milioni tutti presi ad Eutelia.
Oltre al maresciallo Menchi hanno testimoniato ad Arezzo un revisore contabile ed alcuni dipendenti. Si è potuto ascoltare dalla viva voce dei testimoni un altro filone del sistema truffaldino messo in piedi per sottrarre soldi ad Eutelia, quello delle false fatturazioni. Si parla di appropriazione indebita per quasi 33 milioni di euro e più di 3 milioni di sterline, derivanti dal pagamento di fatture per attività inesistenti. L’accusa ha le prove di emissioni di fatture da parte di società di comodo (con sedi in Inghilterra, Romania, Bulgaria) verso Eutelia per attività fantasma. La Guardia di Finanza ha scoperto che le somme derivanti da queste fatture confluivano su conti esteri degli imputati.
Le false fatturazioni si portano dietro l’accusa di evasione fiscale, in quanto venivano inserite in bilancio voci di passivo false, e le indagini hanno evidenziato l’iscrizione a bilancio voci di attivo ridotte. Che significa: Landi e soci facevano risultare minori entrate e maggiori uscite per denunciare un reddito inferiore e quindi pagare meno tasse e meno Iva. Con questo sistema chi pilotava Eutelia pian piano impoveriva l’azienda, scavando la fossa per il fallimento dentro cui sarebbero caduti i suoi 3.000 dipendenti.
Accanto al processo di Arezzo (prossima udienza il 18 giugno) viaggia il processo romano sulla falsa cessione di Agile e la bancarotta fraudolenta. La vicenda Agile, che ha visto apparire accanto ai Landi nuovi personaggi come Massa e Liori di Omega, è chiaramente parte del piano che ha origine ad Arezzo per spolpare aziende per interesse privato nel totale disprezzo delle leggi e soprattutto delle conseguenze sui lavoratori. A Roma il Pm Paolo Ielo ha appena pronunciato le sue richieste di condanna: 10 anni ciascuno a Marcello Massa e Antonangelo Liori (di Omega), 3 anni e 6 mesi ad Isacco Landi.
Samuele Landi viene processato a parte: da Dubai aveva chiesto il rito abbreviato, ma il giudice l’ha dichiarato contumace e ha fissato già cinque udienze, il processo potrebbe quindi chiudere entro l’anno. Il Pm Ielo si è così espresso: “Con la cessione del 15 giugno 2009 si è costruita una bara, non solo societaria. C’era chi la progettava, chi portava i chiodi, chi dava le martellate, chi la zincava. Dentro questa bara c’era la vita di quasi duemila persone, parte delle quali le vedete qui in aula”. Sono sempre presenti alle udienze, i rappresentanti dei mille lavoratori che si sono costituiti parte civile.
di Cadigia Perini | @cadigiaperini
Foto: Il Fatto Quotidiano
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