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Come riconoscere un infarto

Con il termine infarto si indica la morte, o la necrosi, di un organo oppure di un tessuto che non riceve più né sangue né ossigeno in modo adeguato. I nostri tessuti e i nostri organi ricevono ossigeno e sangue dalla circolazione arteriosa e le arterie, a differenza delle vene, hanno un alto contenuto di ossigeno.

Nel parlare comune, quando si usa il termine infarto si fa quasi inevitabilmente riferimento all’infarto che può subire il cuore, e si parla a tutti gli effetti di infarto miocardico. In che modo si manifesta un infarto, con quali tipi di dolore? Ed esiste un solo tipo di infarto o ci sono più tipi? E, soprattutto, quali sono i sintomi dell’infarto più facilmente individuabili?

Come viene un infarto al cuore?

La causa primaria che determina un infarto del miocardio è l’ischemia.

Si ha ischemia nei casi in cui si verifica una mancanza, parziale o totale, di sangue in un determinato organo. Più precisamente, perché sia possibile parlare di ischemia, si deve verificare una forte differenza tra la richiesta di sangue, da parte di un organo, e la sua effettiva fornitura.

Nel caso dell’infarto del miocardio è proprio il muscolo del cuore a subire una totale cessazione di apporto di sangue. Fornire sangue al muscolo del cuore è compito delle arterie chiamate coronarie. Le coronarie possono andare incontro a restringimento, o totale chiusura, quando sono attaccate dall’aterosclerosi.

L’aterosclerosi, che determina una ridotta elasticità dei vasi sanguigni e la formazione di placche (di grasso) nelle pareti delle arterie, non è l’unica causa dell’ischemia. Altre patologie che possono determinarla sono la tromboembolia e l’embolia gassosa, ovvero delle forme di ostruzione di un vaso sanguigno causate rispettivamente da coaguli di sangue e coaguli di gas. Anche la vasocostrizione, un restringimento dei vasi sanguigni dovuto a stress, freddo, ormoni, è una causa d’ischemia.

Che tipi di infarto esistono?

Sappiamo adesso che ci sono diversi tipi di infarto, ora li possiamo specificare a seconda dell’organo colpito.

Iniziamo con l’infarto celebrale, che nell’80% dei casi è responsabile dei casi di ictus. Il suo riconoscimento precoce appena se ne intercettano segni e sintomi (una debolezza improvvisa al viso, l’incapacità del soggetto di alzare entrambe le braccia) può essere d’aiuto nel trattamento.

C’è poi l’infarto miocardico acuto, che si caratterizza per la necrosi del tessuto muscolare del cuore in un contesto di ischemia, e questo è il tipo di infarto più diffuso. Si può verificare un infarto intestinale quando si ha la necrosi di un tratto dell’intestino, e può interessare l’intestino tenue o il colon.

Gli ultimi due tipi di infarti sono l’embolia polmonare, relativa all’arteria polmonare in uno o più suoi rami, e l’ischemia acuta di un arto.

Come si manifesta un infarto?

Come abbiamo avuto modo di capire, i tipi di infarti possono essere diversi ma comunque accomunati da un ridotto o assente apporto di sangue e ossigeno verso uno specifico organo e i suoi tessuti. Vediamo ora quali sono i sintomi dell’infarto miocardico, il più diffuso. Saperli nel dettaglio ci darà la possibilità di un riconoscimento precoce e un intervento tempestivo.

Uno dei sintomi dell’infarto miocardico è il dolore al petto, chiamato in gergo angina pectoris (sui cui torneremo a breve) che parte dal torace e a volte può estendersi ad altre parti del corpo quali spalle e collo, braccio sinistro e dorso. Questo tipo di dolore può coinvolgere anche i denti e la mandibola.

Altri sintomi di questo tipo di infarto sono la sudorazione fredda, un senso di nausea e il vomito, lo svenimento e un attacco improvviso di vertigini. Non sono infrequenti gli stati d’ansia e l’astenia, con la quale si intende una debolezza patita in tutto il corpo.

L’insorgenza di tutti questi sintomi, associati al dolore al petto, dovrebbe subito metterci in allerta.

Come è il dolore da infarto?

Il dolore dovuto a infarto ha una sua specificità e intercettarlo alle prime avvisaglie permette di intervenire immediatamente chiamando il 118. L’esordio dei sintomi si ha con un dolore sul lato sinistro del torace, dietro lo sterno oppure sulla bocca dello stomaco.

In un secondo momento, il dolore raggiunge le braccia (specie il braccio sinistro) per poi interessare le spalle e il collo, raggiungendo la mandibola. È un dolore che si manifesta come forte senso di oppressione e tende ad aggravarsi con gli sforzi.

È importante ripetere come insieme a questo dolore, e alle sue localizzazioni, qualora la persona avesse difficoltà nella respirazione, provasse nausea e vertigini, insieme ad una improvvisa sudorazione, molto probabilmente è a forte rischio di infarto.

Il dolore al petto, l’angina pectoris cui ci siamo riferiti in precedenza, ha poi una ulteriore caratteristica: la sua durata nel tempo. Non si limita a durare 10, 15 minuti ma persiste oltre i 30, 40 minuti, e a nulla valgono il riposo o l’assunzione di farmaci.

Cosa succede un mese prima di un infarto?

Nel mese precedente all’infarto è possibile che si abbiano alcuni sintomi premonitori. Si tratta di sintomi che possono ricordare quelli dell’influenza: stanchezza, febbre e un prima forma di dolore al petto. La durata di questi sintomi può essere ricompresa tra i 2 giorni e i 10 giorni complessivi.

A volte, negli immediati dintorni di un infarto, possono manifestarsi dei dolori addominali accompagnati da gonfiore e senso di nausea.

Anche una fatica cronica, che può manifestarsi diverso tempo prima del possibile infarto, è un fattore da non sottovalutare. Soprattutto quando si è anziani, all’insorgere di questi sintomi è bene rivolgersi quanto prima al proprio medico curante.



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