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Carolina ha sindrome di Down, è una scrittrice ed è felice

Carolina Raspanti, 32 anni, è affetta dalla sindrome di Down. E’ romagnola è ha scritto due libri, entrambi autobiografici.

Carolina ha, tra l’altro, dichiarato: “Ho deciso di scrivere un libro per raccontarmi, per dare una mia testimonianza. Per parlare alle nuove generazioni, per dir loro che la vita è bella, che va vissuta fino in fondo. Voglio incoraggiare i giovani d’oggi a essere felici come lo sono io. Perché io sì, ho raggiunto la felicità completa, e vorrei che fosse lo stesso per loro”.

Queste sue dichiarazioni sono contenute in un articolo di Ambra Notari, pubblicato su redattore sociale. 

Ma chi è Carolina?

Carolina Raspanti abita a San Patrizio, frazione di Conselice, provincia di Ravenna. Abita con Carla e Rodolfo, i suoi genitori, ed è figlia unica “Ma ho comprato una casa a Lugo – specifica -. Spero di poterci andare a vivere da sola prima o poi”.

Carolina ha la sindrome di Down, “ma personalmente non mi pesa nemmeno un po’. Non mi pesa anche perché tutte le persone che mi stanno intorno non me lo fanno pesare, per loro non è mai stato un problema”, spiega.

Dopo il diploma con 89/100 all’I.P.S. Ernesta Stoppa di Lugo (indirizzo operatore turistico), da 9 anni lavora in un ipermercato di Lugo: “E’ la mia passione, per me è sacro. Sto benissimo con i miei colleghi, ormai una seconda famiglia”.

La passione per la scrittura, Carolina l’ha sempre avuta: “A scuola scrivere mi piaceva moltissimo. Purtroppo non avevo una bella calligrafia: alcuni miei compagni mi prendevano in giro per questo, ma non mi è mai interessato. Per un po’ ho lasciato perdere, ma finito il percorso scolastico ho trovato il mio equilibrio. Mi sono sentita pronta per riprendere in mano la scrittura, e ho ricominciato a studiare con maggiore cognizione di causa tutti i libri di testo che avevo utilizzato in classe”.

Dalla prefazione del professor Andrea Canevaro, pedagogista, al suo secondo libro “Incontrarsi e conoscersi: ecco il mondo di Carolina”, si può leggere:

“Un secondo, anche piccolo, libro è qualche volta più importante e più impegnativo del primo. Conferma e chiarisce. Conferma che l’incontro con la scrittura di un libro ha avuto un significato importante. E chiarisce che quell’incontro non è così eccezionale da essere unico.

Chi scrive un solo libro può riflettere nella scrittura una propria esistenza in qualche modo eccezionale. E anche la scrittura diventa un prodotto eccezionale, unico. Il calciatore famoso, o chiunque viva una vita che si collega in maniera inattesa alla scrittura di un libro …

Questi possono essere scrittori di un unico libro. E anche Carolina Raspanti poteva essere l’autrice di un solo eccezionale libro. Lo poteva essere anche – o soprattutto? – per la sua condizione.

Però l’autrice Carolina Raspanti non considera la sua condizione come eccezionale. Al più, giustamente originale. E così… ecco il suo secondo piccolo libro. Che non avrebbe potuto nascere senza il primo. Spieghiamo perché.

‘Questa è la mia vita’, il primo libro, ha creato occasioni di incontri e di riflessione. Gli incontri fanno nascere amicizie. Le riflessioni possono esplorare le tante violenze per discriminazione che sono nella nostra storia comune, e che a volte non vogliamo conoscere per non sentirci responsabili…

Carolina Raspanti presentando due argomenti come l’amicizia e le discriminazioni ci fa capire come è importante cercare la distanza giusta. O la giusta distanza, per conoscere meglio, o riconoscere ed eventualmente aggiustare un dettaglio.

Come fa un buon artigiano: ha lavorato su un oggetto, e ha bisogno di fare un passo indietro per vedere quell’oggetto da una giusta distanza.

L’amicizia vive delle possibilità di incontrare liberamente. La riflessione sulle discriminazioni vive della continua presa di coscienza…”.

Entrambi i libri sono stati stampati e rilegati dalla cooperativa sociale Lo Stelo di Cervia – che da 30 anni si occupa di giovani con disabilità – a cui Carolina ha scelto di devolvere tutto il ricavato delle vendite.

Il primo s’intitola “Questa è la mia vita”. Io cercherò di procurarmeli e invito tutti a fare lo stesso.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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