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Videocracy: l’Italia di Berlusconi trent’anni dopo

Di massimo (---.---.---.131) 7 settembre 2009 15:32

Mi è difficile comprendere la protervia e la ottusità di certi commenti .
Qui si parla di un documentario che vuol ricordare trent’anni di televisione.
Non riconoscere che trent’anni fa ideare e sviluppare stazioni televisive private fosse un momento di ricerca di libertà, contro un opprimente regime monopolistico di stato, che si reggeva su leggi liberticide della libertà di espressione, vuol dire negare un’ovvietà. E’ talmente chiaro per chi ha vissuto quei momenti e l’emozione di vedere qualcosa di nuovo, rispetto ad una programmazione statale timorosa e parruccona.
E certo che l’obiettivo non era la costituzione di un monopolio o di un duopolio, ma una informazione libera e completa. Le cose sono andate diversamente per diverse ragioni, ma oggi con le trasmissioni digitali e satellitari non vi sono più limiti tecnici ad una effettiva concorrenza. Il duopolio è tecnicamente morto.
Vorrei proprio vedere qualcuno capace di sviluppare una televisione brillante ma seria e portatrice di veri e grandi valori. Se non ci sarà, ci si dovrà accontentare di Mediaset, o anche rinunciare a guardare la televisione.
Ma se gran parte dei fruitori televisivi vorrà continuare a vedere veline, grandi fratelli, concorsi vari del nulla ecc.ecc. cosa si vorrebbe fare ? Proibirli per legge , ripristando una bella censura preventiva ?
Bel progresso !!
Non sarebbe meglio trasmettere a scuola ed in famiglia un condivisibile schema di valori morali e sociali ?
E’ un serio problema di cultura di base, da diffondere fin dalle elementari .
Ma finchè ci saranno solo dei fanatici anti Berlusconi , che rappresentano un mondo di giusti oppresso da un malvagio, onnipotente e lussurioso , si farà poca strada.
Per fortuna la maggioranza degli italiani sembra ancora capace di essere più equilibrata.












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