Paradosso >
Il
premier Renzi non intende cedere di un millimetro sull’approvazione del suo
Italicum perché sarebbe diventare “minoranza della minoranza”.
Stiamo parlando
dell’unico strumento con cui ogni cittadino sceglie i propri “rappresentanti”
incaricati di governare il paese e di determinare la vita ed il futuro di un’intera
collettività.
Chi sono i fautori di tanto “decisionismo”?
C’è chi “motiva” il
proprio assenso in base alla semplice necessità di evitare ulteriori inconcludenti
discussioni e rinvii.
C’è chi si spinge a cogliere, nell’impianto posto a base
dell’Italicum, i segni dell’orientamento verso forme di presidenzialismo e
bipartitismo presenti in varie democrazie occidentali.
Nel contempo, sia gli
uni che gli altri, si guardano bene dall’evidenziare quella che è una basilare “difformità”.
In nessuno (proprio nessuno) paese “democratico” dell’occidente è riscontrabile
la contemporanea adozione di meccanismi istituzionali insieme convergenti in un
regime di stampo autoritario
Nel dettaglio.
1) Una unica Camera elettiva demandata
a legiferare. 2) La maggioranza assoluta dei seggi di detta Camera conferita in
“premio” al singolo partito più votato. 3) Un Capo di Governo che assomma poteri
da Capo di Stato.
Qui sta il paradosso.
Fare appello al confronto democratico
tra maggioranza e opposizione per accreditare un sistema che di fatto toglie ruolo
e voce a ogni minoranza.
E come antipasto per i Deputati la “precettata”
presenza obbligatoria in Aula per il voto.
Allo stesso modo nel paese del Barbiere
e il Lupo si dettano soluzioni davvero singolari …