Amnesty international fa benissimo
a sollevare una serie di problemi e io le sono molto grato per questo.
Però, un conto sono i problemi e
altro conto sono l’analisi dei problemi e le azioni da fare per risolverli. E
qui -mi riferisco all’articolo- mi pare che ci sia proprio troppa confusione.
1) La sentenza della corte europea sulla
mancanza in Italia del reato di tortura è stata un grosso passo avanti, ma non
va confusa con Amnesty. Forse una può avere influenzato l’altra, ma sono e
restano due realtà distinte e molto diverse.
2) Un "piano" (quello
elaboarto da Amnesty) dovrebbe essere qualcosa di consistente e di operativo,
cioè che abbia alle spalle l’individuazione del problema, l’analisi del
problema e delle sue cause, nonchè gli effetti delle possibili azioni.
Francamente , dall’articolo sembra
che manchi quasi tutto ciò. Da frasi come "fermare il femminicidio", "proteggere i
rifugiati", "combattere l’omofobia", "fermare la
discriminazione" mi sembra chiaro che si indichino degli obiettivi ma che
non si indichino le azioni per raggiungerli.
E non è cosa da poco: io posso condividere quegli obiettivi,
ma non condividere azioni che si sostiene che realizzino quegli obiettivi. Posso anche rinunciare a quegli obiettivi se,
pur considerandoli apprezzabili, tutte le strade per raggiungerli presentano
costi - incovenienti che io ritengo non
adeguati.
Tanto
per fare un esempio: sul problema Rom sussistono tesi fortemente divergenti:
c’è che sostiene che si debba combattere l’auto - discriminazione dei rom che
non vogliono integrarsi, che non vogliono scolarizzare i figli, e c’è chi
sostiene che invece questa auto discriminazione vada accettata C’è chi sostiene
che i rom debbano avere una corsia preferenziale (=discriminatoria)
nell’assegnazione di case e chi no.
C’è
chi -e io sono fra questi- sostiene che se i rom non accettano di guadagnarsi
da vivere lavorando è bene che vengano allontanti, perchè l’accattonaggio e il
furto sono socialmente nocivi, e altre vie di sostentamento non le si vedono.
Da
quest’articolo non si capisce quali siano le posizioni di Amnesty e quali dell’autore su queste problematiche prioritarie
e su tante altre analoghe.
Se
mi si chiede il mio consenso in così tanta confusione, io credo che sia meglio
"passare oltre" e tacere.
GeriSteve