Inciampo >
Durante la
Via Crucis, riferendosi alle feroci persecuzioni di cristiani nel mondo, Papa
Francesco ha usato l’espressione “con il nostro silenzio complice”. Parole di
cui nessun organo d’informazione riesce e può esplicitare la corretta valenza.
Ecco il punto.
Vista l’assoluta autorevolezza della fonte e al fine di evitare
ogni possibile malinteso, più che opportuno appare un ulteriore intervento di
Sua Santità a totale chiarimento del reale messaggio che ha inteso trasmettere.
Nel merito.
Se l’uso dell’aggettivo “nostro” ricalca il canonico Pontificio plurale
maiestatis, la frase può suonare come “sofferta confessione” della mancata adozione
di più convincenti iniziative atte a generare maggiore sensibilità e corresponsabilità
da parte delle principali autorità internazionali.
In alternativa, è naturale
quanto lecito aspettarsi che sia il Papa a chiarire chi, quando e in che modo
dovrebbe rompere tale silenzio “complice”.
Senza una precisa risposta il cristiano,
credente, potrebbe equivocare e “inciampare”, dando adito a interpretazioni perfino
inquietanti.
Non è facile seguire l’impronta di una vera Fede, senza miracoli …