La neutralità dello stato può manifestarsi come imparziale esclusione o
come imparziale inclusione. La prima modalità comporta divieti e
sanzioni, la seconda no. A mio parere la laicità dello stato è
garantita se ogni cittadino può, se vuole, manifestare pubblicamente la
sua specificità culturale o religiosa (o antireligiosa) sia dentro che
fuori le istituzioni, senza essere costretto ipocritamente a
nasconderla. E questo ovviamente comporta il rifiuto dell’imposizione
di simboli religiosi particolari.
Personalmente non mi disturberebbe
avere un ministro, o un qualsiasi ufficiale pubblico, che indossi un
turbante o una kefia o una kippà o un crocifisso. A lei si?
L’unica
condizione necessaria e sufficiente per l’accesso alle cariche
pubbliche è essere cittadini italiani fedeli alla costituzione, e ogni
cittadino italiano ha diritto a manifestare la sua diversità, di
qualsiasi genere sia, in ogni luogo.
L’alternativa, come ho già detto, è l’ipocrisia e/o il divieto.