• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di Persio Flacco

su Il suprematismo cristiano (anche) in Michele Serra


Vedi tutti i commenti di questo articolo

Persio Flacco 10 dicembre 2014 17:30

In astratto il preside sembra avere ragione: la scuola, come qualsiasi luogo che rappresenta lo Stato, deve mantenersi imparziale rispetto ai particolarismi identitari, come sono quelli religiosi. 

Questo perché lo Stato, che da noi è laico per esplicita dichiarazione, deve essere di tutti i cittadini, a prescindere dai particolarismi identitari che esistono nella società.

Tuttavia in questo caso compare uno spiacevole odore di integralismo. E l’integralismo, anche quello laico, è sempre foriero di conflitti distruttivi.

L’approccio integralista del preside consiste nel proibire ogni possibile manifestazione di particolarismo nel luogo pubblico.
Ma se lo Stato è di tutti i suoi cittadini lo è anche rispetto a tutte le specificità di cui essi sono portatori. Questa dichiarazione di principio, costitutiva dello Stato laico, afferma la laicità come volontà di inclusione imparziale di ogni diversità, non di imparziale esclusione di ogni identità.

D’altra parte i luoghi pubblici non sono soltanto le scuole o gli uffici, lo sono anche le strade, gli autobus e ogni altro luogo aperto a tutti. Secondo i talebani del laicismo si dovrebbe proibire l’esibizione di specificità identitarie anche in questi luoghi? Si dovrebbero abbattere le chiese, le moschee, le sinagoghe e ogni altro segno urbano di particolarismo perché questo contraddirebbe la laicità dello Stato? Si dovrebbero chiudere i mercati dove si vendono cibi che alcuni ritengono impuri? Si dovrebbero arrestare le persone che in un luogo pubblico ostentano simboli religiosi o di altro genere perché offendono la sensibilità di altri che amano altri simboli e detestano quelli?

Portando alle estreme conseguenze questo approccio, è ovvio che questo tipo di Stato, in nome di una interpretazione autoritaria della laicità, per coerenza dovrebbe proibire ai cittadini ogni manifestazione di identità religiosa o culturale in ogni luogo. Palesemente sarebbe uno Stato intollerante e autoritario nel quale la polizia acquisterebbe un ruolo preponderante nella vita pubblica. Un incubo.

Del resto esperimenti di questo genere sono stati fatti, e alcuni sono ancora in corso, ma non credo si possano definire come esperimenti di successo, perfino riguardo ai loro stessi enunciati. In ogni caso non corrispondono al modello di Stato laico e liberale nel quale viviamo.

In uno Stato laico e liberale, il preside di una scuola dovrebbe limitarsi a valutare le richieste di inclusione di altre manifestazioni religiose, se vi sono, e risolverle arbitrando il confronto dialettico tra gruppi religiosi diversi piuttosto che proibire il presepe. In ogni caso dovrebbe rifiutare di assumere il ruolo di rappresentante dell’intolleranza, sia che venga dall’integralismo laicista sia, e tanto meno, dall’integralismo religioso.

Se qualcuno di quelli che la frequentano è disturbato dalla presenza del presepe a scuola si faccia avanti e dica le sue ragioni. Se chiedesse che la scuola ospiti anche il suo equivalente del presepe lo farebbe a buon diritto; se chiedesse la rimozione del presepe perché la sua sola vista lo offende, beh: si dovrebbe spiegarli certi principi di convivenza civile in uno stato laico e liberale.


Vedi la discussione






Palmares