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Commento di

su Cinquestelle: volano gli stracci


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4 dicembre 2014 09:01

Cari Fabio e Paolo,

aspettavo un articolone di Paolo riguardante l’annunciato passo (o mezzo passo, o millimetro) indietro di Grillo, tanto auspicato da Paolo e altri. Ero curioso al riguardo, perché immaginavo il dilemma dell’articolista: se scrivere "Finalmente! Era ora che il pifferaio diminuisse il suo controllo su quella brava gente" oppure scrivere "Vedete che si stanno squagliando, avevo ragione io".

Per l’intanto ho letto attentamente la discussione su questa pagina, e noto spunti interessanti. Per esempio, il sig. Fabio si avoca la libertà di criticare chi gli pare, giustamente. I lamenti sono più rivolti verso una parte che le altre, a dire il vero, ma va bene - ci mancherebbe. Ma lo stesso diritto di lamentazione non è concesso ai grillini: nel loro caso diventa vittimismo. Fabio parla poi di astensione, che non è un bene per la democrazia, ma lui la pratica per primo con orgoglio. La spiegazione c’é: nessuna forza politica è sufficientemente buona per lui (e dire che ce n’é tante). Allora getta la spugna e attende, attende per esempio che certi fuoriusciti dal M5S diventino votabili. Questi figlioli prodighi vedono i loro peccati cancellati: erano grillini, si erano associati a ’sto movimento di cretini e ingenui, ma si sono accorti di essersi sbagliati. Meglio tardi che mai. Io per la verità sono pienamente d’accordo con queste decisioni, e vedrei con favore anche una separazione nel PD: non ce ne facciamo niente di un partito talmente grosso che alla fine non è più uno ma trino, e che alla fine deve inciuciare per poter fare qualcosa. Eravamo rimasti alla scoperta dei propri errori. E’ una cosa che paga: la Lega infatti ha scoperto che non ce l’ha più coi meridionali, e la gente capisce e apprezza (ah-ha). 

Ma il maestro di contraddizione è Paolo, che inizia il suo commento con "hanno perso l’occasione d’oro". Ma era proprio Paolo a dire che Bersani "fa bene a non fidarsi di Grillo", quindi le cose sono andate come voleva Paolo: Bersani il perdente ha perso (avrebbe perso in tutti i modi comunque). Secondo Paolo, il M5S non ha fatto politica con la P maiuscola. Se la Politica è mettersi d’accordo con gli altri, allora i maestri sono Renzi e Berlusconi; il piccolo problema è che mettersi d’accordo con Renzi significa fare esattamente quello che vuole lui, tranne quando si scontra col Berlusca: in tal caso vince quest’ultimo e gli ultimi mesi di governo ne sono la prova. Ma neppure questa cosa sta in piedi, Berlusconi negli ultimi venti anni ha sempre infranto tutti i patti. Questa è la Politica con la P maiuscola secondo Paolo.

Nell’ultimo commento FDP si prepara a ridere, perché nota che anche il PD non è messo bene. Io provo a instillare un sospetto: non è che gli elettori vogliano comandanti decisi e forti, piuttosto che gente coerente, onesta e con buone idee? Questo spiegherebbe il fallimento di Bersani (lasciamo perdere Letta), l’ascesa di Renzi, la flessione del M5S e il recupero della Lega. Gli elettori vedono problemi all’interno di una forza politica, e quindi guardano altrove. Quando non ci sono più candidati forti, si passa all’astensione. Se le cose stanno così, allora siamo messi male (noi tre insieme agli altri, cari Paolo e Fabio).

Cordiali saluti,
Gottardo


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