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Commento di

su Nigeria, la Shell non bonifica le aree inquinate dal petrolio


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12 agosto 2014 19:52

Ogni volta che leggo notizie sulla Nigeria provo sempre piu’ orrore..E mi sembra davvero assurdo sentir parlare di risarcimenti, di bonifica...Ma quale risarcimento puo’ riportare la vita distrutta? Ci illudiamo di poter ottenere "giustizia" in un mondo che va dietro a correnti private, molto, troppo private.
 Leggevo ieri un articolo sulle condizioni dell’arcipelago di Bikini, dove, negli anni 50, sono state testate due bombe H..Dopo tanti anni e’ rimasto un cimitero deserto, controllato a vista dall’esercito. E le popolazioni limitrofe...Esperimenti, cavie da laboratorio di cui nessuno parla nemmeno. Cose tristemente note.
Poco fa riflettevo sulla notizia, debitamente poco diffusa, ovviamente - una delle tante, tantissime notizie..si potrebbe scrivere per ore e per giorni.. - del progetto MUOS che sta scatenando la rivolta di tante persone in Sicilia, persone che hanno dovuto assistere impotenti allo sbancamento di un parco protetto per legge ( non piu’, evidentemente) per la realizzazione di nuovi strumenti di morte travestiti da progresso: torri per il potenziamento delle telecomunicazioni nell’esercito, la cui potenza e’ stata accusata da accademici e scienziati come possibile causa di gravi alterazioni all’ambiente e alla salute.Queste persone, nonostante le documentazioni, l’indignazione e le proteste subiranno, IMPOTENTI, la volonta’ dei siddetti potenti. Ce lo conferma la situazione di Quirra. I Potenti: rifletto su questo termine: una maschera roboante, posata sul volto di individui fatti di carne e di ossa, che vivono e muoiono, che provano gioia e sofferenza. E paura...Individui semplicemente umani! Durante gli studi di filosofia, all’universita’, ho sentito tanti discorsi su cosa sia l’"umanita’"...Ma al di fuori di quelle letture, nell’incontro curioso con il mondo, nel mio interrogarlo, ho la triste impressione di aver a che fare troppo spesso con una etichetta fasulla, scaduta, uno slogan che rimanda al nulla dipinto pero’ coi colori della vita, un vuoto che autorizza, appellandosi al clamore evocato dal nome di cui si veste, tutto cio’ che non dovrebbe trovare consensi. Ma andiamo avanti, forti dei nostri ruoli, sui percorsi gia’ aperti, con poche domande, senza la forza di sollevare polverosi veli di Maya. Chi deraglia rigetta sulla nostra coscienza la medusea impotenza di una esistenza rinchiusa, recintata. In molti, gestiti da pochi. Che fanno cio’ che decidono. Senza chiederlo, senza dirlo. Senza la "umana cura" delle concomitanze e delle conseguenze. Fieri, sbandierano l’arroganza di una etichetta sgargiante, seppur vecchia di secoli...


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