Su una problematica così complessa propongo alcune
constatazioni e considerazioni diverse, ma tutte molto semplici.
Consideriamo le guerre di religione: lasciamo stare quelle
"storiche" e consideriamo soltanto quelle in corso, tipo fra sunniti
e sciiti in Iraq, fra sunniti e cristiano copti in Egitto, fra alawiti e sciiti
contro sunniti in Siria o fra islamici e induisti in Kashemir.
Ci ho appena scritto un commento qui:
http://www.agoravox.it/In-Egitto-e-...
Semplificando, esaminiamo le due spiegazioni:
1) la causa vera di
quei continui massacri è religiosa; per meglio dire: la causa va ricercata
nelle differenze di religione. Difficile sostenere che gente che partecipa
a quella continue faide religiose, perchè altri hanno qualche differenza di
religione, sia persona intelligente.
2) la causa vera sarebbe altra o altre, mentre la religione sarebbe soltanto un pretesto,
oppure un modo per distinguere il nemico dall’amico (come le divise degli
eserciti), oppure uno strumento per
arruolare combattenti disposti a sacrificare se stessi e i loro cari perchè
"Dio lo vuole", incuranti
della morte perchè credono che dopo saranno ricompensati dal loro Dio. Non
mi piace essere offensivo nei riguardi dei credenti, ma anche con questa
spiegazione l’intelligenza di quei credenti non ne esce bene.
Io non sostengo che tutti i credenti siano disponibili a
combattere guerre di religione (e che perciò siano poco intelligenti), ma sono
convinto che gli atei non siano
disponibili a combattere guerre di religione, il che è indiscutibilmente un
comportamento più intelligente.
Inoltre, essere atei
implica avere una visione razionale del mondo, mentre non ho mai sentito dire che uno non sia abbastanza intelligente da
poter credere ed avere una fede religiosa in qualche divinità.
GeriSteve