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Commento di Fabio Della Pergola

su Concordato: un'intesa da annullare


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 7 luglio 2013 13:54

Il Concordato derivò dal "vulnus" patito dallo Stato della Chiesa con la conquista di Roma da parte dei Savoia. La ferita derivante dalla perdita del potere temporale di cui la Chiesa si era appropriata con il falso "lascito di Costantino" fu "compensata" dallo stato facsista in cambio di un solerte e volonteroso appoggio al regime. Naturalmente lo Stato italiano non doveva compensare alcunché allo Stato della Chiesa come non ha mai compensato alcunché, per quel che ne so, all’Impero austro-ungarico per la conquista del lombardo-veneto. Ma è andata così. Oggi mi sembra legittimo chiedersi per quale motivo i cittadini italiani debbano volontariamente/obbligatoriamente sostenere l’apparato gerarchico della Chiesa, i suoi edifici, la sua struttura eccetera con il 77% del prelievo fiscale - che lo Stato (a spese sue) incassa, conteggia e poi devolve alla Chiesa - di cui solo meno della metà è consapevolmente devoluta a questo scopo (benché sempre con l’inganno della pietas pubblicizzata).

E’ noto invece che la ricerca sul cancro non è a carico dei cittadini, ma come tutta la ricerca medico scientifica, si svolge negli ospedali, nelle case farmaceutiche e nelle università. Poi utilizza "anche" i contributi volontari dei cittadini raccolti con il contributo della televisione di stato. E la ricerca medica va ovviamente a vantaggio di tutti i cittadini indistintamente. Così come i contributi pubblici all’editoria sono devoluti (anche ai periodici cattolici) in funzione di una proposta culturale multiforme di cui tutti i cittadini possono avvantaggiarsi (esclusi quelli che leggono e ascoltano solo le parole di un unico Capo, ma sono affari loro).

Quanto all’imposizione dell’8xmille non sono un fiscalista, ma direi che è una tassa obbligatoria che i cittadini possono però legittimamente "dirottare" su chi vogliono. Non mi pare perciò che si ponga il problema del rientro nelle tasche proprie, ma solo dell’effettiva destinazione che deve essere specificata dalla volontà del contribuente. Se questa specifica volontà non è espressa, la tassa - come ogni altra tassa - deve essere incamerata dallo Stato.
La Chiesa avrebbe fatto più bella figura se avesse rinunciato di sua spontanea volontà al 50% derivante dal "non espresso" come hanno fatto le due organizzazioni citate. Ma l’ingordigia delle gerarchie vaticane è troppo nota per perderci sopra altro tempo.


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