• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di

su Lavoro: in Italia c'è. Ma pochi lo sanno


Vedi tutti i commenti di questo articolo

3 aprile 2013 13:17

Il problema del lavoro in Italia è dovuto a diversi fattori.

Il primo senz’altro riguarda il cuneo fiscale altissimo che porta le imprese a non assumere più a tempo indeterminato. Impensabile che un’azienda che assume un dipendente debba sborsare in totale oltre 2000 € al mese per un dipendente che ne guadagna 1000 netti. E questo in politica ancora non l’hanno capito. Il secondo problema riguarda i consumi. I consumi in Italia sono fermi per ulteriori due motivi: 1) IVA esageratamente alta e non armonizzata con il resto d’Europa, 2) Potere d’acquisto degli stipendi (tra l’altro mal rivalutati nel tempo) ridotto all’osso per via degli alti tassi di inflazione.

Dal lato dei lavoratori, mi sembra che il problema sia inquadrabile in questo modo: i giovani non trovano lavoro perchè a conti fatti sono pochissime le facoltà che danno una preparazione reale al mondo del lavoro; e considerando che l’età media dei laureati italiani è intorno ai 30 anni spiegatemi voi quale azienda sarebbe disposta anche solo a fare un contratto di apprendistato a un 30enne con zero esperienza ma con una brillante carriera accademica. Nessuna azienda lo farebbe. L’Università italiana è un fallimento totale: corsi di laurea troppo lunghi e spesso con esami inutili, non esiste tirocinio convenzionato (e minimamente retribuito) dove si imparano realmente le professioni, sforniamo laureati farciti di nozioni e senza nessuna reale capacità operativa ma solo teorica, che per lavorare non è abbastanza. Chi invece ha perso il lavoro a 40/50 anni dovrebbe ricevere degli aiuti dallo Stato e non essere abbandonato a se stesso: in questo senso anche qui abbiamo un sistema previdenziale del tutto fallimentare adibito a cassa continua al servizio delle spese dello Stato anzichè in aiuto dei lavoratori disoccupati e di tutte le altre categorie socialmente svantaggiate. Una vera riforma delle pensioni prenderebbe in considerazione la erogazione della quasi totalità della quota mensile contributiva direttamente nel netto delle buste paga dei dipendenti, che avranno si l’obbligo di istituire un fondo pensione, ma gestibile in totale autonomia a seconda delle necessità correnti del lavoratore stesso. Ovviamente la mia idea in merito è più articolata ma non mi dilungo ulteriormente.

Vedi la discussione






Palmares