In Italia esiste un problema che si chiama digital divide (divario digitale) per cui almeno la metà del paese (ripeto: la metà dell’intero paese) è tagliata fuori dalla banda larga.
A questo si aggiunge che - per motivi di anzianità o di ignoranza o anche solo per scarsa dimestichezza con i computer - molta parte della popolazione italiana non accede alla rete.
Quello che si può dedurre dalla somma di questi due fattori è che la ’democrazia in rete’ tanto decantata dai grillini è in realtà una bufala pazzesca.
Lo scalpore dell’espulsione di Favia e Sensi - ultimi di una serie - è solo la punta dell’iceberg di una modalità di distorsione del concetto stesso di democrazia grazie al quale si sta passando dalla manipolazione televisiva alla manipolazione informatica: uno vale uno - viene detto - ma quell’uno che alla fine ha valore... non si sa chi è, non si sa chi lo ha votato, non si sa chi lo ha nominato o escluso, non si sa a chi risponde e non si sa cosa rappresenta (se la gente che lo ha votato - come Favia e Sensi - o i capi nominali o occulti del movimento).
Insomma si grida "al nuovo, al nuovo..." e di nuovo c’è solo il mezzo informatico. Per il resto si vede solo il vecchio autoritarismo, la solita solfa e i soliti "non mi rompete i c...ni"