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Commento di giacomo rocchi

su Denuncia a Beppino Englaro. Il Grande Inquisitore


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giacomo rocchi 1 marzo 2009 14:31

Il fatto che il Presidente di un Comitato abbia scritto libri sul cristianesimo e sia cattolico non cambia, di per sé la natura del Comitato stesso.
Quello che colpisce nell’articolo è la voglia di non comprendere il senso della denuncia: si richiama il Grande Inquisitore dei fratelli Karamazov, senza rendersi conto che, in realtà, ad essere stata chiamata in causa è solamente la giustizia umana: anzi, la giustizia penale territorialmente competente (Procura di Udine). Morias osserva: ci vorrebbe rispetto per il decreto della Corte d’Appello di Milano: e perché, chiedere alla Procura di valutare se quel decreto fosse efficace sul piane penalistico e se, oltre ad applicare il decreto, le persone che avevano in custodia avevano il dovere di compiere altre azioni che salvassero la vita di Eluana, significa mancare di rispetto a quel decreto? La denuncia non è mica rivolta a chissà chi: è stata indirizzata alla Magistratura.
Se proprio l’autore dell’articolo la vuole buttare sul religioso (ma nella denuncia non c’è nemmeno una parola attinente alla religione e si menzionano esclusivamente le leggi dello Stato e la Costituzione), guardi se questa azione non è l’applicazione esatta del principio: "date a Cesare ecc.": la azione è stata portata sul piano strettamente laico, senza che, in nessun modo, le valutazioni morali potessero sovrapporsi alle considerazioni giuridiche.
Forse è l’autore che soffre di anticlericalismo, fino a vedere le tonache dei preti anche dove non ci sono ...


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