Fra islamici e militari è ben difficile capire quale sia il male minore: la storia della Turchia porterebbe a concludere che i militari sono meglio, ma quella dei governi militari in Algeria e nello stesso Egitto hanno dimostrato che i militari stessi alimentavano il terrorismo islamico per mantenere il potere.
Le primavere arabe hanno dimostrato che sta effettivamente crescendo una coscienza civile e democratica, ma che il potere religioso e quello militare sono ben superiori e che dalle loro -sporche- lotte di potere non può venire proprio niente di buono.
Anche in Siria la rivolta contro Assad ha -purtroppo- una forte componente religiosa.
In Iran la chiesa sciita ha saputo cavalcare la giusta protesta contro lo Scià per insediarsi al potere e mantenerlo malgrado i forti ed estesi dissensi interni.
Dubito che si possano avere reali progressi fino a che non nascerà un partito democratico laico e internazionale, che sia un riferimento per tutti i movimenti progressisiti arabi. Si tratta di costruire una nuova cultura laica e aperta, cosa non facile in paesi in cui l’illuminismo non è mai arrivato e la democrazia non solo non è mai esistita ma neanche è stata considerata un valore.