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Commento di paolo

su Mi ammazzo perché non so più chi sono


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paolo 29 maggio 2012 09:32

Armando la tua analisi è lucida come uno specchio ,viviamo in una società drogata dal profitto che anziché essere strumento è diventato il fine ,lo scopo stesso dell’esistenza .Quando poi non solo si perde il profitto ma si intacca l’essenziale è la fine .
Non è cosi’ per tutti ,ovviamente e fortunatamente , ma è indubbio che il modello sociale di riferimento è questo .

Ma al posto del tuo " sei ciò che fai " io metterei piuttosto il suo reciproco "fai ciò che sei " perché dietro all’azione c’è sempre l’individuo come tale ,con le sue percezioni ,il senso etico-morale ,la cultura ,l’educazione ecc.........che impongono le scelte e quindi i gesti.
Perché se puoi scindere ciò che fai da quello che sei realmente ,il viceversa è impossibile .

Tornando all’esempio dell’operaio (o del burocrate,o .... ) il suo mestiere lo identifica soltanto come qualifica professionale , ma l’uomo è altra cosa .Insomma la pressa o il timbro sono uno strumento per vivere ,ma a casa magari suona il violino o dipinge .

Se invece commetto un gesto come rubare ,imbrogliare ...oppure donare ,amare ... faccio quello che sono ,diversamente non lo potrei fare. Poi ad essere pignoli si potrebbe confutare che una separazione netta tra le due cose non esiste ,che l’uomo è una macchina complessa ,il risultato di una evoluzione esistenziale sulla quale agiscono fattori esterni condizionanti , ma almeno sulle azioni caratterizzanti io la vedo cosi’.
ciao


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