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Commento di

su Inizio della vita: la controversia tra scienza e religione


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5 aprile 2012 09:17

Vorrei premettere che questa interessante chiacchierata l’ho intrapresa senza alcun pregiudizio o ideologia di fondo (credente o non credente), ma sono spinto esclusivamente dalla voglia di approfondire una questione che trovo fondamentale. Quindi non mi interessa accusare nessuno o difendere il pensiero di chi ha fede.
Un embrione, un feto, come leggo anche dagli articoli linkati, non è un semplice cumulo di materiale biologico ma un percorso che si sta compiendo, che potenzialmente può nascere senza l’intervento di fattori esterni.
Pertanto, ritengo che abbia un valore aggiunto rispetto, ad esempio, ad un insieme di cellule epiteliali, o staminali non embrionali, che non sono caratterizzate da questa potenzialità

L’articolo della D.ssa Gatti è chiaro, ma ciò che mi chiedo è se sia lecito sperimentare ed eventualmente interrompere una vita che potenzialmente, nel futuro, può nascere, per favorire chi è già nato. Perchè ostacolare questa potenzialità del "grumo biologico" di divenire coscienza per cercare di migliorare la vita di chi questa potenzialità l’ha sfruttata?

 Quanto al nato con elettroencefalogramma piatto, essendo un non-nato, sarebbe escluso dal diritto alla pari di un embrione o di un feto ?
Grazie
Danilo


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